Regia di Nicholas Stoller vedi scheda film
Quarta regia per Nicholas Stoller, che nel territorio della commedia apatowiana (demente e riconciliatoria, regressiva e conservatrice, e dunque capace di leggere e reggere lo spirito di una generazione disorientata perché post tutto) alterna studi sentimentali (Non mi scaricare e, soprattutto, il bellissimo 5 anni di fidanzamento) a film che esaltano il côté comico e parodico di questi percorsi di formazione tardiva per perenni adolescenti (In viaggio con una rock star e quest’ultimo). Il titolo originale di Cattivi vicini, Neighbors, è lo stesso di I vicini di casa, ultimo film con John Belushi, in cui Bluto s’è trasformato nella propria nemesi: un uomo perbene, contro il dirimpettaio Aykroyd, sboccato edonista.
Qui l’indolente nerd Seth Rogen e la compagna Rose Byrne (coppia di romanticismo giocoso, infantile, scurrile) si scontrano non con il proprio opposto, ma con l’ombra di quel che sono stati fino a un attimo prima, con il principio di piacere che loro, novelli genitori, dovrebbero lasciare per il principio di realtà (l’incipit, con la bimba che li guarda fare sesso, è emblematico): di fronte al loro focolare si trasferisce una confraternita (diretta da Zac Efron, che irride la propria icona), che fa della casa una Animal House. Comincia una guerra generazionale per l’espressione dei diritti anagrafici di entrambe le parti. Si ride, mentre lo stampo seriale del pattern Apatow si fa elementare, giungendo alla prevista presa di coscienza tra invenzioni slapstick genitali, goliardia crudele, gag risentitissimi.
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