Regia di Michalis Konstantatos vedi scheda film
Un uomo di mezza età con un piccolo alimentari, sposato senza più sentimenti e con due figli; un ragazzino scapestrato, di famiglia ricca e annoiato; una donna sulla trentina, rampante, in carriera: cosa accomuna questi tre personaggi?
È stata definita, con un’etichetta ineccepibile,’Greek Weird Wave’: il cinema greco del secondo decennio del ventunesimo secolo si è distinto per una serie di autori talentuosi e originali, ma soprattutto memorabili per le loro pellicole disarmate, angoscianti, grottesche e sostanzialmente rassegnate al declino. Yorgos Lanthimos in tutto ciò è solamente la punta dell’iceberg; il fenomeno ha coinvolto decine di nomi tra i quali vale la pena senz’altro annoverare quello di Michalis Konstantatos, al debutto nel lungometraggio cinematografico con questo Luton nel 2013. Un lavoro complesso, per quanto in apparenza semplice, dalla narrazione a strati, ellittica nel rincorrersi di essi, quasi muto per l’assenza di dialoghi (o quantomeno di dialoghi significativi) nella gran parte delle scene, recitato da interpreti azzeccati (Christos Sapountzis, Eleftheria Komi e Nicholas Vlachakis sono i tre principali) e diretto con sapiente disequilibrio da Konstantatos, che deliberatamente sceglie in più momenti la camera fissa e il pianosequenza, per dare quindi un’improvvisa accelerata verso il finale pirotecnico e kubrickiano (il riferimento è ad Arancia meccanica, naturalmente) aumentando i giri del montaggio e sfruttando la camera a mano e il suo effetto realistico. Realismo, ecco, questa è la chiave di un film apparentemente inaccessibile come Luton: la crisi di tre personaggi in tre differenti stadi della vita – l’adolescente che sboccia, la trentenne che si conquista un posto nel mondo degli adulti, l’uomo di mezza età avvilito dalla routine – è reale, è palpabile e il regista la scruta come un documentarista di insetti. Dettaglio non da poco, il paragone tra fasi dell’esistenza umana e approccio al sesso: l’adolescente è fermo al bacio, ma lo vive con intensa passione; la trentenne si sofferma sui preliminari, ma il piacere si fa già più sfuggente; l’uomo di mezza età non trova più interesse neppure in un coito completo. Decisamente non un film per allegroni, per ottimisti: un film realista. 6/10.
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