Regia di Harold Becker vedi scheda film
Giallo, noir, film d'amore? Un po' di tutto questo in un film indimenticabile con un Al Pacino bravo come sempre ed una eccezionale Ellen Barkin che sforna un sex appeal memorabile e forse è la spietata killer di cui un poliziotto alla deriva è alla ricerca. A ripensarci, credo che avrei dovuto assegnare più di 4 stelle.
SEDUZIONE PERICOLOSA (1989)
Il capitano Frank Keller ha 46 anni ed è poliziotto da venti, la sua vita privata è uno schifo, qualche conforto lo trova nell'alcool.
Alle tre di notte, telefona alla moglie, tenta senza successo di sentire una sua parola: "...credo che dovranno operarmi di appendicite... pronto?", ha già riappeso. "Che stronza."
L'indomani, con un collega: "Stanotte volevo solo attirare un po' d'attenzione. Ti chiedo scusa." E poi: "Come hai fatto a portarmi via mia moglie?" "Se ne è andata lei. Incolpa te stesso". Se ricordo bene, sei anni fa.
Due efferati omicidi - che poi diventeranno tre con altri elementi in comune - sono stati eseguiti con le stesse modalità (colpo di pistola alla nuca di uomo nudo, con musica "Sea of love") ed appaiono a lui ed al tenente Sherman (John Goodmann) tipici di una mano femminile.
Per lui, non è la fine più spietata. "Io ammiro quella donna, per la sua decisione. Bang! Nè una parola nè un fiato. Ed è tutto finito. Mia moglie invece, come altre donne, ti tira un colpo basso e ti manda in giro sanguinante".
Ecco, questo film è un giallo, un noir, un film d'amore? C'è un po' di tutto questo, nella vicenda di questo "uomo sanguinante" che, cercando di scovare una serial killer, si aggrappa ad uno scoglio (un attraente scoglio di nome Helen) che gli compare inaspettatamente innanzi presentandogli la possibilità di non annegare nell'assordante solitario silenzio della sua vita vuota.
Al Pacino è grande, come in tante altre occasioni, nel rendere l'altalena dei sentimenti, emozioni, paure e speranze che conseguono all'incontro con la probabile serial killer: Helen, interpretata magistralmente da una Ellen Barkin che, col suo viso irregolare e il suo nasetto da pugile, ma grandi doti di attrice, sforna un sex appeal memorabile senza bisogno di esposizioni e mezzucci alla "Basic Instinct" (di tre anni dopo).
Entrambi i protagonisti danno una prova convincente con misura e senza mai gigioneggiare, ben coadiuvati dai comprimari, citati e non, diretti con rigore, anche formale, da un regista che al momento non ricordo di aver già veduto all'opera (Harold Becker), una decina o poco più i film al suo attivo, prima fotografo poi anche produttore.
Soggetto e sceneggiatura sono indubbiamente punti di forza di questo film: si debbono a un nome noto, Richard Price, anche attore e scrittore, che due anni prima si era avvicinato come sceneggiatore all'Oscar per "Il colore dei soldi" e nel 1999 vinse per la letteratura un premio importante.
Della trama non credo occorra dire altro, salvo anticipare che il finale, che non ricordavo, è sicuramente imprevedibile come si conviene a un buon giallo: su Frank Keller avrà se non altro l'effetto benefico, dopo tanti turbamenti, di fargli abbandonare l'alcool.
Per quanto riguarda il voto, debbo dire che il film merita di sicuro un giudizio positivo. Ma non oltre le tre stelle e mezza per chi si aspetti una suspense maggiore e un ritmo più veloce. Infatti ricorda un po', sotto questi aspetti, salvo il finale, certi polizieschi di tanti anni prima. Tutto ciò per me è più un pregio che un difetto e questo può forse spiegare il mio "quattro stelle", per un film che sviscera, al di là del "genere", molto bene i problemi del protagonista (o meglio, alla fine, dei protagonisti).
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