Regia di Chris Marker vedi scheda film
Lettre de Siberie è uno dei primi lavori a lungo metraggio realizzati da Marker, cineasta fra i più atipici in assoluto. Strutturato in forma di documentario dal punto di vista estetico e in veste di lettera per quanto riguarda il commento parlato, si tratta di un film-testimonianza che si pone come unico obiettivo quello di raccontare ai francesi - o agli occidentali, genericamente - la realtà di un mondo a cavallo fra il medioevo e la luna (attingendo liberamente dalla chiosa finale) rimanendo quanto più neutrale possibile. A tale proposito è contenuta proprio in questa pellicola una delle scene più celebri dell'intera filmografia markeriana, quella che ribadisce per tre volte di seguito la stessa manciata di secondi di immagini di vita quotidiana in una città della Siberia, proponendo però di volta in volta un commento nettamente diverso: prima nazionalista-filosovietico, poi antisovietico in maniera esasperata e infine distaccato quanto basta per non criticare, offendere o esaltare, ma semplicemente raccontare. Come in una lettera, appunto, di un viaggiatore curioso e malinconico, imperturbabile di fronte agli alti e ai bassi che la terra che lo circonda gli riesce a offrire. Interessanti i bizzarri inserti animati, che agevolano la comprensione e mantengono salda l'attenzione dello spettatore. Solitamente l'opera viene affiancata alla coeva Description d'un combat (1961), altro viaggio cinematografico in una zona molto poco esplorata del pianeta (Israele). Ma che Marker fosse un cineasta atipico si era detto fin dal principio. 6/10.
L'antica terra dei mammuth, quella odierna delle renne, un luogo dove facilmente si raggiungono i -30 gradi, ma non tutto è gelo e ghiaccio: ci sono anche la taiga, le immense foreste, i fiumi e soprattutto una popolazione dedita all'artigianato, alla caccia e anche alla ricerca dell'oro. Tutto questo ce lo descrive Chris Marker in una lettera in forma di documentario dalla Siberia.
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