Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Nella Napoli di inizio Novecento, la lavandaia Assunta ha carattere tosto e un corpo desiderato da tutti i maschi della città. La ragazza ha imparato a leggere e scrivere grazie alla giornalista amica Matilde Serao, cosa che le permette di guardare dall'alto al basso tutte le altre donne. Un anziano macellaio riesce a farla sua, ma la gelosia lo spinge ad atti scellerati e quindi al carcere. Quando il macellaio esce, però, Assunta ha già un altro: tragedia in vista.
Fiction televisiva smaccatamente femminista, con il rischio di avere esiti controproducenti; il testo di base - il dramma omonimo di Salvatore Di Giacomo, già trasposto plurime volte per immagini - viene modificato nella sceneggiatura di Patrizia Carrano di modo da spingere continuamente il pedale sul personaggio della protagonista, che ne esce evidentemente post-sessantottina, emancipata oltre ogni possibile intento del testo originale, senza contare la preminenza accordata alla figura di Matilde Serao, qui addirittura trasformata nel deus ex machina dell'intera faccenda. Al di là di ciò, comunque, il solito prodottino per il piccolo schermo a cura di un mestierante di sufficienti capacità, con i consueti palesi limiti di questo tipo di lavoro (ritmo blando, personaggi e dialoghi semplificati, forma estetica grossolana, etc.). Anche la durata spropositata, duecento minuti circa, deriva esclusivamente dalle necessità relative alla messa in onda, da suddividere in due puntate da un centinaio di minuti ciascuna. Bianca Guaccero è una protagonista estremamente modesta, Michele Placido è impiegato per l'ennesima volta nel ruolo di un uomo bruto e ignorante del centro-sud; nel cast compaiono anche Sergio Assisi, Imma Piro, Lina Sastri e Nicola Di Pinto. Riccardo Milani dopo questa esperienza tornerà al grande schermo, per il quale firmerà Piano, solo (2007). 2,5/10.
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