Regia di Aleksandr Sokurov, Alexei Jankowski vedi scheda film
Uno stormo di uccelli migratori supera le cime delle montagne e scompare alla vista dell'uomo. In fondo alla valle la desolazione di una vita in perenne esilio, segnata dalla guerra, dalla persecuzione, ai limiti della povertà, per un popolo senza patria. "Il destino gioca con l'uomo e può cambiare in qualunque momento. Lo può sollevare in alto per poi gettarlo negli abissi." Un viaggiatore russo (un medico dietro cui si cela lo sguardo del regista) si imbatte nella toccante esperienza di entrare in contatto con un villaggio curdo. La quotidianità, i racconti delle disgrazie passate, la sopravvivenza, i lutti, la speranza di un futuro migliore negli occhi delle giovani generazioni. Roba da uomini i fucili, i posti di blocco, i rastrellamenti, i mullah che chiamano a raccolta i fedeli. Roba da donne cucinare il pane, lavare le stoviglie, raccontare la sofferenza, i figli e i mariti perduti. Le riflessioni di una voce fuori campo, le domande, i dubbi, il senso d'impotenza, il vuoto, la rassegnazione. Un documentario bello, profondo, toccante. Il titolo, per contrappunto ai temi trattati, è un disperato appello al sacrosanto diritto di ognuno di noi di perseguire la felicità.
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