Regia di Kaspar Heidelbach vedi scheda film
E' proprio il caso di dire che i nazisti, per difendere la loro teoria sulla superiorità della razza ariana, dovevano fare i salti mortali... E' un film riuscito, che sceglie di raccontare la disumanità delle leggi raziali da una prospettiva diversa, quella dello sport, e lo fa attraverso una storia vera. La prima parte sa appena un po' di tipico film sportivo americano, ma presto la pellicola assume originalità e consistenza, soprattutto quando fa vedere le vessazioni alle quali la ragazza è sottoposta durante gli allenamenti dalle altre atlete, e poi anche dall'allenatore. Anche la scena dell'incontro con il suo ex-compagno di scuola, che fa finta di non conoscerla, lascia il segno.
Ho trovato brava Karoline Herfurth, che è espressiva, sa recitare, e bisogna dire anche saltare. Un altro attore che si fa notare è il secondo allenatore, quello nazista. Se la cavano bene anche le due ragazze quando fanno angherie alla protagonista. Posso aggiungere che lo spettatore partecipa all'angoscia della saltatrice, bersagliata da vessazioni e boicottaggi di ogni genere.
Sotto un regime totalitario che professava un'assurda ideologia, le squadre sportive non potevano certo essere dei normali gruppi di atleti ai quali accedevano semplicemente i più meritevoli. La politica entrava prepotentemente anche nello sport, che doveva sostenerla, o meglio puntellarla. Certo che tra una saltatrice uomo, una espulsa benché brava, ed altre spinte avanti a forza di pressioni dalle alte sfere, i nazisti avevano fatto un bel pastrocchio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta