Regia di Dan Curtis vedi scheda film
Horror-movie televisivo diretto e prodotto dallo scaltro e abile Dan Curtis, con lo zampino dello scrittore Richard Matheson. Tre episodi che vedono come protagonista assoluta l'americana Karen Black, la prostituta di EASY RIDER, che qui interpreta ben 4 personaggi. Nel primo episodio troviamo Julie, un'insegnante di letteratura all'apparenza dismessa e poco femminile, che però accetta le avance di un suo attraente studente. Quest'ultimo si rivela un individuo meschino e senza scrupoli, che comincia a ricattare sessualmente Julie. Ma le cose sono in realtà molto diverse da come sembrano. Nel secondo, un medico assiste al confronto tra Millicent e Theresa, due gemelle con caratteri agli antipodi che si odiano: frustrata e repressa la prima, viziosa e perversa la seconda. Nel terzo episodio troviamo Amelia, una donna indipendente ma oppressa da una madre possessiva ed egoista. Amelia acquista una scultura di legno raffigurante un guerriero africano dalle fattezze diaboliche da regalare al suo nuovo compagno, docente di antropologia. Nella scultura alberga uno spirito maligno. Come spesso accade a queste piccole produzioni low-budget a episodi, i limiti risiedono nella durata della pellicola stessa, che non permette di approfondire le storie, altrimenti valide. Qui la durata complessiva e' di 72 minuti, poco più di 20 minuti per episodio. Più che horror, i primi due episodi possono essere classificati come thriller psicologici. Particolarmente Interessante il secondo, che strizza l'occhio a Hitchcock, impreziosito dalla performance della bravissima e camaleontica Karen Black in una doppia parte. Decisamente horror il terzo, che nella sua breve durata riesce ad angosciare lo spettatatore, grazie alla rappresentazione di questo inquietante, ma anche bizzarro e grottesco bambolotto, che sembra essere il precursore delle varie bambole assassine dei futuri horror hollywoodiani. Per molti (specie in America) un cult. Per me un prodotto televisivo complessivamente di buona fattura, nonostante i limiti sopra elencati. Il terrificante sorriso della protagonista nel finale del terzo episodio, vale da solo la visione del film.
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