Regia di Willy S. Regan (Sergio Garrone) vedi scheda film
Spaghettino western di terza fascia, abbastanza povero (basti vedere le scenografie spoglie all'interno dei saloon) e con un cast artistico abbastanza rabberciato, tuttavia costruito attorno a una sceneggiatura piuttosto ordinata sebbene non originale.
Il film parte in modo molto interessante con un bounty killer (Ken Wood, cioè il granitico Cianfriglia), attorniato da un gruppetto di complici e da uno sceriffo ubriacone, che sfida a poker gli stranieri mettendo poi i due malcapitati l'uno contro l'altro dando a entrambi poker o full di assi. Chiaramente i due si accusano di aver barato e uno dei due, per difendersi, uccide l'altro. Ecco che lo sceriffo provvede subito, mediante consultazione di un'agendina, a stilare la taglia del sopravvissuto che il bounty killer andrà subito ad abbattere.
Purtroppo per il gruppetto, l'arrivo di Ivan Rassimov scombussola i piani e riesce a darsela a gambe seppur ferito.
A questo punto si innesca la seconda parte del film, quella meno interessante, e si piega nel dejà vù sulla scia de "II Cavaliere della Valle Solitaria". Rassimov viene raccolto da una famiglia e curato, con due ragazzetti che lo considerano un eroe. Si mette a fare il contadino, ma ecco che arrivano i bulli che rispondono agli ordini del signorotto locale che vuol cacciare tutti i contadini perché deve far passare la ferrovia su quei terreni. Chi accetta le proposte economiche riceve soldi, chi non vuol vendere viene pestato.
A causa dell'arrivo di Rassimov però il bullo dovrà ricorrere alla banda di messicani retta da un tizio che si fa chiamare il Generale. Questi non andranno tanto per il sottile e, approfittando dell'assenza di Rassimov, stermineranno tutta la famiglia.
Ecco che si entra nella terza parte del film, un revenge movie in piena regola ma con colpi di scena e strategie alla Castellari.
Questa è la parte migliore sotto il profilo della regia, che in precedenza è molto convenzionale e non ha ancora quell'imprinting gotico che poi caratterizzerà la produzione di Sergio Garrone (che debutta alla regia proprio in questa circostanza). Gigioneggia il fratello Riccardo, che pare essere il Roland dei film di Castellari con tutti i suoi abiti elegantissimi e i baffetti dandy.
Si chiude, così come si era iniziato, con un bel duello ad handicap (uno è zoppo, l'altro ha le mani legate) tra Cianfriglia e Rassimov.
Fotografia e colonna sonore anonime, per un western che paga l'assenza di antagonisti di spessore ma che riesce comunque a intrattenere a sufficienza nonostante i soliti cliché. Molto carino, concettualmente parlando, l'inizio. Voto: 5.5
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