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Pompei

Regia di Paul W.S. Anderson vedi scheda film

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La recensione su Pompei

di nickoftime
8 stelle

Abituata a far di conto l’industria cinematografica è da sempre consapevole che il segreto del successo ha soprattutto due ingredienti: quello di sapere cogliere lo spirito del tempo, e la capacità di intercettare gli umori della gente. Per questo motivo non bisogna meravigliarsi di ritrovare tra le uscite settimanali un film come “Pompei”, che sullo sfondo di un evento epocale come quello dell’eruzione del vulcano che nel 79 DC distrusse la colonia romana, ipotizza l’amore tra Cassia, figlia di un ricco mercante, e Milo (il Kit Harington de “Il trono di spade”), diventato schiavo dopo essere sopravvisuto alla carneficina del suo popolo, sterminato dall’esercito romano a seguito di una fallita ribellione. Mettendo in scena un amore interraziale (Milo infatti proviene da una tribù Celtica) ed unendo a filo unico le sorti di ricchi e poveri in quello che sarà il triste epilogo previsto dalla Storia ufficiale,”Pompei” soddisfa due esigenze. In primo luogo quella di rispecchiare il melting pot e la globalizzazione prodotti dai modelli comunitari della nostra contemporaneità, nell’affinità che si instaura tra i due protagonisti; secondariamente, attraverso la palingenesi collettiva provocata dal cataclima naturale, di trasporre sul piano ideale i principi di uguaglianza e di giustizia sociale acuiti dalla crisi economica, e giustificati dalla visione di una classe dirigente inetta e corrotta.

Affidato alle cure di Paul W. S. Anderson, il regista del film noto non solo per aver diretto la tetralogia di “Resident Evil” ma anche per aver sposato Milla Jovovich che di quella fu protagonista, “Pompei” diventa una via di mezzo tra un disaster movie, alla maniera che era di moda negli anni 70 , ed un peplum, sottogenere del filone storico ambientato nell’antichità antichità greco romana, tornato in auge grazie ai vantaggi economici offerti dagli effetti speciali, ed anche per l’affermazione di un film seminale come è stato “Il gladiatore”. Ed è proprio nella pellicola interpretata da Russel Crowe che il film si trasforma, dopo un rapido preludio necessario a definire ambiente e personaggi, con Milo diventato nel frattempo gladiatore e per questo costretto a battersi nell’arena per salvare se stesso e la propria amata. Costruttore di “mondi alternativi”, Anderson si dimostra a suo agio con quello reale ma defunto della Roma Imperiale. Di quel periodo “Pompei” ha sicuramente la grandezza e l’ambizione, derivata per la maggior parte da un’allestimento scenico che non si fa mancare nulla in termini di suggestione e possibilità tecnologiche. Certo la trama è prevedibile ed un po’ ripetitiva nella sistematica proposizione di battaglie all’ultimo sangue, e non mancano ingenuità come quella di presentare i cattivi di turno eternamente giovani a dispetto del passar delle stagioni, ma nonostante questo “Pompei” è un prodotto dignitoso ed onesto perché riesce a mantenere quello che promette. Intrattenimento e romanticismo sono quindi assicurati.
(icinemaniaci.blogspot.com)

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