Regia di Patrick Hughes vedi scheda film
Terzo capitolo delle gesta dei mercenari pensati in origine da Sylvester Stallone, con un nuovo cambio in regia, cast rimescolato ed ancora di più ingigantito, ma soprattutto il tenore scelto si distanzia dal secondo capitolo (il migliore) prediligendo il frastuono dell’azione.
In teoria nulla di male, ma aver accantonato per buona parte l’umorismo lo fa diventare un film come tanti altri solo condito da tantissimi interpreti riconoscibili, numericamente in area livelli record.
Durante una missione coi suoi fidati uomini Barney (Sylvester Stallone) s’imbatte nel malvagio Conrad (Mel Gibson) che pensava morto da tempo.
Il suo nuovo obiettivo non può che essere quello di eliminarlo una volta per tutte e per farlo recluta una squadra tutta nuova di giovani più al passo coi tempi e con i quali non ha legami da spartire.
Ma l’unione fa sempre la forza.
Ad ogni nuova avventura i mercenari sono sempre di più, un classico espediente da sequel quello di aumentare i volti noti che in questo caso però non porta buoni frutti visto che le nuove reclute non hanno nulla del carisma dei vecchi “volponi” per lo più fuoriusciti, spesso con le ossa (del successo perduto) rotte dagli anni 80’/90’.
Fanno eccezione ovviamente Wesley Snipes, al quale non può mancare una battuta sui suoi reali problemi con la legge, Mel Gibson che ormai lontano da ogni sorta di fasto passato si sta riscoprendo villain (vedi anche “Machete kills”(2013)) ed Antonio Banderas che sembra appena uscito dalla pubblicità del Mulino Bianco.
Un lavoro che procede senza particolare fantasia, si sceglie l’azione più frenetica, tra esplosioni, sparatorie e combattimenti corpo a corpo, ma soprattutto si perde quasi del tutto quell’umorismo di grana grossa e quasi surreale che aveva reso il capitolo precedente molto più divertente di qualunque possibile previsione.
Una scelta difficile da capire che non ha portato fortuna alcuna al titolo tanto che di fronte ad un risultato commerciale ben al di sotto delle aspettative sono accantonati eventuali nuovi sequel, una sorta di “caparbio” harakiri.
Tutto il resto è all’insegna dello scontato, rimangono solo gli ammiccamenti di vecchie star in declino, una parata stantia, fatte salve rare eccezioni che si disperde nel frastuono indistinto.
Troppo poco per salvarsi al netto del fatto che gli amanti del cinema d’azione ci troveranno pane per i loro denti.
Fin troppo prevedibile ed ordinario.
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