Regia di Vivian Qu vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2013 - SETTIMANA DELLA CRITICA
Una sorpresa cinese al festival, che accoglie una giovane regista con un film che, a quanto spiegatoci, ha tribolato parecchio per riuscire ad arrivare al Festival, tanto da essere annunciato sino alla vigilia in modo anonimo come "film a sorpresa". I motivi di tutte queste difficoltà si nascondono neanche troppo celatamente nella trama che trasforma via via una normale storia di innamoramento come tante, in un vero e proprpio duplice pedinamento da spy story: da una parte quello del giovane Li che, mentre traccia misurazioni stradali, conosce una belissima ragazza e, nell'aiutarla, si innamora perdutamente, pare anche in qualche modo almeno vagamente ricambiato; dall'altro l'azione furtiva ed insidiosa ad opera di un sistema misterioso e di provenienza pseudo-governativa, che trasforma la vita del ragazzo in un incubo vero e proprio nel momento in cui questi si mette sulle tracce della giovane, improvvisamente sparita dalla circolazione.
Ecco allora che il mondo perfettamente programmato come desidera il giovane, a cui piace l'organizzazione e la pianificazione della propria esistenza in modo sin ossessivo, viene a crollare nel momento in cui scopre, in modo fortuito, che la ragazza lavora presso un'agenzia segreta e che tutte le scarne informazioni che egli è riuscito ad ottenere sono quelle che fanno scattare un insidioso e shoccante susseguirsi di intercettazioni ed interrogatori da incubo dalle quali sarà difficilissimo uscire incolumi. Incognita, mistero, dubbio e loschi individui che giscono per la salvaguardia di segreti che non ci è dato neppure congetturare, rendono il film piuttosto appassionante ed allarmante, ma l'aspetto che più incide nella riuscita del film è l'antitesi tra l'ostinato senso di programmazione che il protagonista intende darsi e l'incertezza di un futuro che lo colpisce a tradimento quando viene a contatto fortuitamente con una organizzazione che deve agire in incognita come a salvaguardia di un impenetrabile segreto di Stato. Una macchina ostile e perversa che trasforma l'esistenza di Li in un incubo che coinvolge pure i familiari del giovane.
In sala, dopo la proiezione, la regista ha insistito sul fatto che ogni spiegazione non fornita è tesa a lasciare interdetto lo spettatore in linea con quanto accade allo stranito protagonista. Ci si sofferma nel dibattito interessante e partecipato, sul particolare di una veduta di scimmie allo zoo che si allarmano per un rumore fastidioso e per il fatto di essere osservate da sguardi indiscreti. Si accostano in modo a mio giudizio pertinente le atmosfere da spy story e l'azione di intercettamento al capolavoro coppoliano de La Conversazione, anche se trovo qua e là pure atmosfere di incertezza e mistero presenti nel cinema di Antonioni (Blow up e Deserto rosso in particolare ma pure in un certo senso L'avventura per come si sviluppa una storia d'amore e per come spariscono certi personaggi). Allo stesso modo la Cina - ci ha spiegato Vivian Qu - in questi ultimi anni si è aperta molto a frontiere poco tempo prima ritenute lesive di un regime non certo liberale. A questo vento di libertà è però corrisposto un controllo più sottile e insidioso che si manifesta in modo subdolo e invisibile.
La domanda che sottintende questa affermazione è se si possa parlare oggi di libertà di espressione e manifestazione del proprio pensiero, valore ormai dato per scontato in tutto l'Occidente, o se invece questa apertura di facciata faccia parte di un intento illusorio ed ingannevole che nasconde una struttura ancora più penetrante in grado di compromettere diritti dati per garantiti ed invece violati ed umiliati in modo subdolo e ostile.
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