Regia di Vivian Qu vedi scheda film
Ossessione per il controllo e paranoia sono il cardine di questo interessante film della regista Vivian Qu.Il suo è un attacco frontale ad una burocrazia rigida e subdola che fa dei cittadini delle marionette di cui guidare i fili.
Una Cina odierna e ostica dunque,ripresa nelle gesta di Li Qiuming,un ragazzo che lavora come installatore d'impianti di sicurezza e mappature digitali.Qiuming incontra casualmente una dolce e misteriosa ragazza della quale s'innamora......
Il film intreccia dunque diverse tematiche,dall'amore adolescenziale al ritratto serrato d'un paese vittima del sistema socialista, i cui abitanti sono lo specchio di nevrosi contemporanee.La Qu utilizza una telecamera ad ampio raggio,riprende le movenze dei personaggi,calandoci nella dolcezza d'un sentimento delicato,rappresentato in casti baci a fior di labbra.
E' un elaborazione lenta nella quale si respira tuttavia un aura di palpabile inquietudine che sopraverra' di li a poco.
Il ragazzo si rendera' conto di essere entrato nel meccanismo kafkiano d'una burocrazia nascosta,la giovane donna di cui è innamorato "sembra" lavorare al servizio d'un agenzia parastatale di servizi per la sicurezza......
La ricerca costante d'un amore difficile spinge il giovane ad una forsennata ricerca della donna,spingendolo in un gioco piu' grande di lui."Trap Street" si suddivide cosi' in due parti, la prima dotata d'uno sguardo femminile,sensibile e bruciante nell'insieme,dove la telecamera cattura momenti ludici e sentimentali,mostrandoci nel contempo situazioni familiari (e sociali) disgregate,specchio costante d'una Cina ancora vittima dei fantasmi passati.
Pragmatica e determinata la regia ribalta le sorti d'una storia dal respiro fortemente sociale,impregnata di respiro kafkiano.Eccellente la scelta di ambientare misteriosi interrogatori in asettiche stanze,degradati e umidi casermoni che aggiungono un valore enorme all'impatto emotivo.
Ambienti rarefatti,desolati e fatiscenti come corollario d'una storia controversa,malsana nei meccanismi,che stritola una giovane vita lanciandola nella nevrosi.
"Trap Street" assume infatti la catarsi d'una paranoia individuale e collettiva,non si puo' infatti non pensare ad una "sfacciata" citazione del capolavoro "La conversazione" di Coppola.
Il finale ha uno sguardo forte e devastante,dove la paura e il controllo sugli altri raggiungono un vertice di asfissiante subliminalita'.Una stanza d'hotel con due ragazzi,oramai ricongiunti nel sentimento o almeno cosi' sembrerebbe, dato che la nevrosi da controllo ha preso il sopravvento.......
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