Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Classicissimo prodotto di Serie B, come viene definito “tutto” quel cinema che molto semplicemente intende soltanto divertire il proprio pubblico senza nessuna pretesa di chissà quale velleità artistica, presunta o reale che sia, e, possibilmente, di guadagnarci pure qualcosa al botteghino.
Film molto anni '80, mi ha ricordato tantissimo, ad esempio, Il Re Scorpione e non soltanto per Dwayne Johnson ma anche perchè lo stesso Herculess, per come è stato scritto, è molto simile a quella tipologia di personaggio (mercenario con un passato oscuro e un destino a cui adempiere e a cui, pur malvolentieri, non è in grado di sottrarsi) mischiandolo alla leggenda del figlio di Zeus, il semidio che il film tenta comunque di rendere più umano (e quindi reale) e meno divino così come tende a un “revisionismo” di tutte le sue famose fatiche, tentando un aggiornamento più realistico e più al passo coi tempi (ma la scena finale con la statua di Hera rimanda tutto a punto e a capo disfacento quanto costruito prima e non si capisce bene il senso di questa scelta se l'obiettivo era un'altro) .
Che il “realismo” cosiddetto nolaniano abbia colpito (rovinato?) anche il mito di Ercole e gli Dei dell'Olimpo?
Dwayne Johnson molto in parte e “iconico” così come deveva essere e, per quel che vale, credibile anche come semidio minato dal dubbio e dalla colpa.
Regia divertita e “chiassosa” del solito Brett Ratner (e pensare che in passato c'è stato chi lo ha accostato addirittura a Spielberg!), attori di una qualche fama in diversi ruoli spesso inutili o comunque sprecati, bellissime modelle invece per il casting femminile, tra cui la splendida Irina Shayk e una giovanissima Rebecca Ferguson (notevole anche l'amazzone Atalanta) e un cattivo telefonato e abbastanza anonimo nonostante sia interpretato dal grande John Hurt, utilizzato giusto per motivare un pò una storia condita poi dalle solite cose (battaglie et mostri vari) come ben si addice ad un “penplum” ma senza mai riuscire a lasciarsi dietro una certa aurea di mediocrità..
P.s. Che sia giunto il momento di rivalutare certi nostri vecchi “sandaloni” che, almeno in fantasia e originalità, non erano certo da meno rispetto a certe produzioni ipertrofiche più recenti?
Sul set di Le fatiche di ercole (1958) con Steve Reeves.
VOTO: 5,5
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