Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Tutto quello che si poteva immaginare già prima della visione di un peplum della tradizione ellenica, ma in salsa barbecue all’americana (quanto a morale e riferimenti assiologici) viene immancabilmente e totalmente… confermato.
E io che, invece, avrei tanto, ma tanto gradito di poter gustare qualcosa di un po’ diverso, magari davvero il dipanarsi della leggenda una Fatica dopo l’altra, in una dimensione assai più personale, quasi intimista, che non lasciasse spazio alle smanie di grandezza da blockbuster dozzinale di un multisala qualunque.
Pia illusione.
Le fatiche sono relegate a un prologo tonitruante e radicalmente mitologico, emblema di un passato ormai distante (FilmTV Rivista), mentre ad andare in scena è la demitizzazione della leggenda per far spazio al culto dell’eroe (cui, vabbè, fanno da contorni tanti altri buoni propositi contrapposti alla solita acidità di sentimenti meno nobili), oltreché ad allusioni (probabilmente involontarie) quasi cristologiche, almeno stando alle apparenze, da Salvatore (nei tratti somatici – ma non certo dal mento in giù - e nelle intenzioni), del protagonista.
Oltre al solito trambusto (purtroppo non solamente) di contorno.
Per cui tanta ruvida caciara e forza bruta in abbondanza, aizzati dai piccoli tranelli fastidiosi assai tipici del genere e conditi con un po’ di quell’humor ironico e bonario di cui il buon The Rock, impresa cinematografica dopo l’altra, ci sta piacevolmente (ebbene sì. confesso la debolezza) abituando.
Almeno ha la decenza di durare al punto giusto.
La serata, così, non si potrà dire del tutto sprecata.
Alla prossima “fatica”!
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