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Interstellar

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Interstellar

di YellowBastard
6 stelle

Davvero un nuovo 2001 Odissea nello Spazio che cerca di giocare allo stesso gioco e di seguirne le regole? Oppure, più semplicemente, un ambizioso film di fantascienza e un'abile ingranaggio a incastro di ingegneria, fisica quantistica e filosofia mascherato da odissea stellare? Come per tutti i viaggi ciascuno lo viva un pò come vuole.

 

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Interstellar è un film che mi ha sorpreso.

Intanto mi ha sorpresa per la sua natura emotiva che da Nolan non mi aspettavo e che, nonostante fosse stata ampiamente annunciata, mi ha comunque commosso e conquistato (a questo punto però verrebbe da chiedersi quanto ci sia effettivamente di Christopher e quanto ci sia del fratello, Jonathan, in questo), mi ha sorpreso perchè non è un film facile ed è molto più complesso di un semplice film “per famiglie” come qualcuno lo aveva precocemente definito, non è nemmeno “costruito” come un semplice blockbuster acchiappasoldi (anzi, in un certo senso è esattamente il contrario) e mi ha inoltre sorpreso perchè credo che sia un film molto più personale, e quindi anche più coraggioso, di quanto possa apparire a una prima analisi superficiale.

 

Visivamente è splendido, una vera gioia per gli occhi, mentre invece, purtroppo, la sceneggiatura non è certo a prova di bomba, ci sono diversi svarioni e certi spunti buttati un pò lì (gli “altri” sembrano un pò troppo un'escamotage da “Deus Ex machina” come anche buona parte del finale, segno che Nolan era più interessato al "messaggio" che non a far quadrare proprio tutto) anche “il fantasma” è un pò troppo telefonato come colpo di scena (e forse neppure voleva esserlo) ma ha i suoi momenti anche se costruiti essenzialmente per enfatizzare visivamente certe scene (vedi il pianeta di acqua) o certi momenti (come la scena nella cameretta della figlia nel finale).

Tra agli interpreti, oltre allo splendido Matthew McConaughey ed ad una bravissima Jessica Chastain, mi ha sorpresso l'espressività della piccola McKenzie Foy e mi è piaciuto anche Matt Damon nel suo piccolo ma importante ruolo, mentre invece ho trovato spesso l'interpretazione di Anna Hathaway un pò "fuori fuoco" (come anche altre cose nel film), il "solito" Michael Caine mentre gli altri ruoli abbastanza di secondo piano, specie quello piuttosto stupido (e anche abbastanza inutile) di Casey Affleck.

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Riguarda il confronto con quel "mostro" di 2001 Odissea nello Spazio, pur improponibile temporalmentecredo che ad ogni modo Nolan abbia comunque avuto ben in mente il film di Kubrick e, in effetti, in qualche momento o episodio me lo ha anche ricordato, mi riferisco in special modo alla partenza dell'Endurance dalla terra o al viaggio di Cooper all'interno del buco nero, oltre ad un certo modo di tentare di legare le immagini al suono, tanto dal volerle rendere univoche.
Quindi potrebbe anche essere vero che Nolan intendesse fare di Interstellar un suo personalissimo 2001, attualizzato ed adattato secondo una propria personalissima sensibilità e per una nuova generazione di spettatori, nonostante partisse da premesse, tecniche e narrative, molto differenti.
C'è riuscito? A mio modesto avviso, probabilmente no. Ma, come detto, forse è soltanto una suggestione e nel caso è inutile perderci ancora del tempo e cercare di comprendere la pellicola semplicemente per quello che è.

 

Rispetto invece a Gravity credo che i confronti fatti all'epoca fossero abbastanza sbagliati. 

Intanto perchè Gravity si è trattato principalmente di un esperimento, un'evoluzione tecnologica (di tecniche, riprese e macchinari creati ad Hoc per lo scopo) realizzata attraverso una storia e a dei personaggi, estremamente semplificati e basici, che avevano l'unico scopo di essere da collante narrativo per tale esperimento e, quindi, con una valenza e importanza relativamente minima.
Al contrario, Interstellar si basa invece su dei presupposti completamente diversi se non opposti, ovvero un film su personaggi ed emozioni e da un comparto tecnico, sicuramente di prim'ordine, ma realizzato in loro funzione e per valorizzarli al meglio.

 

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la musica di Zimmer poi mi ha decisamente colpito e l'ho trovata anche ottima, molto meno invasiva od esagerata del solita e finalmente anche abbastanza originale, al contrario dei suoi ultimi lavori, troppo spesso piuttosto ripetitivi.

 

Riguardo invece agli "insegnanti" di Murphy e alla loro teoria negazionista riguardo alla conquista dello spazio, scelta in effetti piuttosto “stramba”, credo fossero ritenuti necessari in quanto atti a sottolineare, a mio avviso, due aspetti in particolare:


- il primo la facilità con cui un qualsiasi governo (o chi comunque detiene il potere) può riscrivere ed "aggiornare" i propri libri di testo (e quindi la propria storia o quant'altro sia necessario) se questo può comportare un qualche vantaggio o interesse, quello cioè di mentire direttamente al proprio popolo quando si ritiene necessario farlo, a torto o a ragione, pur di proteggerlo (o di proteggersi da esso);

- in secondo luogo, reso evidente nel dialogo successivo tra Cooper e il padre della moglie, per sottolineare in negativo la resa di questi uomini dinanzi agli eventi, anche o proprio a causa della perdita di quello "spirito pionieristico" (sottolineato più volte nel corso del film), orgoglioso e battagliero ("in un modo o nell'altro siamo sempre riusciti a uscirne fuori") perfettamente incarnato da Cooper e molto "Made in USA" e, nel film, assolutamente necessarie, almeno per come viene reso, per superare tali avversità (e in questa ottica, forse, anche un richiamo neanche troppo velato, almeno secondo me, a recuperare proprio questi valori, almeno per gli americani, per superare la purtroppo reale crisi globale di questi ultimi anni).

 

Tra l'altro in questo film è rilevabile anche una certa retorica "pro-america" che mi senbra che in pochi abbiano sottolineato, o magari sono solo io ad everla avvertita in quest'ottica.

 

In definitiva è un film che mi è piaciuto molto, molto nolaniano in quanto anche poco nolatiano, ma che non reputo affatto un capolavore, nemmeno a un livello personale (che per me rimangono Memento e The Prestige) ma comunque piuttosto coraggioso, anche onesto, con se e con il pubblico, e comunque un'ulteriore evoluzione di un autore sempre interessante e quasi mai banale.

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