Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
In un'imprecisata distopia prossima ventura, la Terra è al collasso, afflitta da una "piaga" che ne ha mutato il clima rendendo impossibile l'agricoltura. Quando anche il mais, ultima risorsa ancora coltivabile, sembra soccombere al flagello, la Nasa avvia un programma per la colonizzazione di nuovi mondi, raggiungibili attraverso un misterioso wormhole apertosi nei pressi di Saturno. Nell'operazione, in pratica un viaggio senza ritorno, verranno coinvolti la biologa Amelia Brand e l'ex-pilota Joseph Cooper, deciso a sacrificarsi pur di garantire un futuro ai figli Tom e Murphy, che già da bambina dimostra straordinarie capacità matematiche e che finirà per avere un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell'umanità.
Al netto delle sue elucubrazioni scientifiche sui viaggi spaziali e sulla natura dei buchi neri, la struggente vicenda di un padre e di una figlia, che si perdono e continuano a rincorrersi attraverso le pieghe del tempo e del spazio, ascrive a pieno titolo Interstellar a quella che, decenni orsono, era stata definita "fantascienza sociologica" e che in letteratura era stata brillantemente declinata da sublimi scrittori come Ray Bradbury, Robert Sheckley e, tra gli altri, anche Philip K. Dick (ma mi rendo conto che, per il folle genio californiano, impossibile da ingabbiare in un solo genere, la definizione possa suonare riduttiva). Potente e visionario (ma, a tratti anche lentissimo e persino noiosetto), percorso da una sorta di religiosità laica che pone illuministicamente al centro dell'universo l'Uomo e la Scienza, il film di Christopher Nolan (anche sceneggiatore con il fratello Jonathan), come tutte le opere del regista londinese, è decisamente impegnativo, sia per la ponderosità dei temi trattati e sia per la lunghezza della pellicola, quasi tre ore che, in buona sostanza, costituiscono un interminabile climax che culmina in un toccante finale nel quale è francamente difficile non commuoversi, almeno per chi ha una o più figlie. Cast ricco e impeccabile, con un Matthew McConaughey sempre più convincente, a dispetto (o forse a cagione?) dell'età che avanza inesorabile e una Anne Hathaway che a volte si fa fatica a scindere dal ruolo di principessina che le è stato cucito addosso fin dagli esordi, ma che possiede un viso di tale singolare bellezza da farle perdonare qualsiasi frivolezza passata (e presente, e futura).
Christopher Nolan, prendere o lasciare: 7/10.
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