Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Sequenze maestose, dialoghi lenti come i tempi di reazione di ogni attore, invadono lo spettatore adrenalinico, vittima dell'attesa bulimica post-Inception, già comunque frenata da recensioni e critiche negative che piovono da ogni dove. Comincia quasi con timore, l'ultima opera di quel genio di nome Nolan (e forse si dovrebbe cominciare a specificare anche il nome, visto che anche il fratello del più noto Christopher in questione, sembra avere in se sintomi di genialità) come a voler mettere le mani avanti, quasi una sorta di monito che sembra dire "l'argomento è ostico, non v'aspettate chissà cosa" e se l'intento del regista era quello di abbassare le aspettative nella prima (quasi) ora della pellicola, per poi regalarci un finale degno del genio associato alla sua figura, sembra esserci riuscito in pieno. La seconda parte è ricca come non ci si aspetta, con effetti speciali e contorsioni mentali che nettamente mancano nell'incipit piuttosto lungo del film in questione. Matthew McConaughey si destreggia tra spazio e sentimenti differenziandosi dalla gelida Anne Hathaway che fa della solitudine il suo biglietto da visita, bravi entrambi. Bravo (a mia sorpresa) anche Matt Damon che riesce ad essere sempre odioso come pochi ma la stella splendente, intorno a cui tutto ruota, è Jessica Chastain che si eleva al di sopra dei suoi colleghi e conduce la trama dall'apice, che raggiunge a circa metà pellicola, fino alla fine. Chris non delude ma nemmeno incanta più del dovuto anche se bisogna ammettere che era davvero difficile fare meglio del fascino onirico che avvolge il capolavoro Inception, dimostra comunque di essere in forma e di avere una mente continuamente in subbuglio dall'ammaliante fascino.
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