Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
"Tutto ciò che è fatto per amore accade sempre al di là del bene e del male." (Friedrich W. Nietzsche)
Potremmo riassumere così il politematico messaggio di Interstellar e la firma artistica di Nolan, che con questo film sfrutta i profitti guadagnati con l'impersonale ma redditizia trilogia di Batman per creare un'opera soggettiva, di proporzioni epiche.
Nella migliore delle ipotesi, film radicali ed inebrianti come Interstellar escono nelle sale una volta ogni dieci anni: ogni cosa è calibrata, l'azione, il pathos, lo stupore visivo ed emotivo, il cast d'eccezione con in testa McConaughey e la Chastain intenti a porsi le domande esistenziali di cui periodicamente si sente l'esigenza, al cinema e altrove.
Nolan, fedele al famoso motto "Siamo nani sulle spalle di giganti", si dà al citazionismo spinto soprattutto nella prima parte del film: dalla filosofia greca a Spielberg, calcando la mano su 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick, di cui adotta pedissequamente alcune scelte stilistiche; al punto da chiedersi "ma ha intenzione di copiare tutto o cosa?". La risposta non si fa attendere!
Nolan rincorre Kubrick e poi arriva sorprendentemente...il sorpasso, l'evoluzione, la rivoluzione e ci si rende conto di essere alla presenza del figlio legittimo e moderno di 2001, la naturale prosecuzione di un'opera che nessuno aveva osato avvicinare finora. Kubrick pose le domande, nel modo più fascinoso possibile e tuttora inarrivabile, Nolan comincia a dare qualche risposta per mezzo di un Ulisse/McConaughey molto più consapevole del suo incespicante predecessore Keir Dullea. Se quest'ultimo si faceva guidare dall'istinto, il suo pronipote è spronato dalla ragione, dalla coscienza: l'evoluzione dell'evoluzione.
Un progresso che stavolta coinvolge a pieno titolo anche le donne. Penelope/Chastain non si limita ad aspettare a casa il ritorno dell'avventuriero coraggioso, tessendo la tela per tenersi impegnata, ma è la chiave di volta per consentire un nuovo balzo in avanti all'Umanità!
L'oscuro oggetto del desiderio, il frutto proibito della conoscenza, il misterioso Monolita stavolta ha le sembianze seducenti di un gigantesco buco nero dal nome classicista, Gargantua, portato in scena con verosimiglianza scientifica grazie alla collaborazione con l'astrofisico Kip Thorne. Ma dopo l'abbraccio rispettoso alla Scienza, Nolan riprende nuovamente la corsa e passa alla fantascienza, ad immaginare le infinite possibilità che attendono l'Uomo, alimentato dalla spinta primordiale in avanti, la passione, l'amore. Interstellar diventa così il film simbolo dell'Oltreuomo nietzschano, Dio e padrone di se stesso, raffigurando al meglio la vis dionisiaca che sprona i più coraggiosi e curiosi tra gli uomini a superarsi continuamente!
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