Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Film corale, film profondo... film filosofico, che analizza i rapporti umani attraverso il passato, il presente ed il futuro, in un presente apocalittico, che costringe a fuggire dal pianeta azzurro che l'umanità da sempre ha considerato "casa"... film che getta lo sguardo sui misteri del cosmo, riprendendo in mano la fantascienza relativistica, trama portante, che eppur nella sua complessità, nei suoi paradossi, nel suo attraente insieme di regole nuove, qui va però risuonando come una canzone di dolore, perchè comporta l'addio al mondo- seppur comunque in rovina- come tutti lo abbiamo da sempre conosciuto... Ma il futuro dell' umanità dovrà prima o poi affrontare la separazione dalla "culla" terrestre, come in altre opere di fantascienza, tipo "Spazio 1999" ? Dovremo forse abituarci a viaggiare nell' immensità del cosmo per sopravvivere, e sopravvivere non tanto noi, ma la nostra specie ?
Tutto ciò irrompe in una famigliola che si arrangiava a vivere in quel mondo in rovina: una famigliola che conservava però l'unione, che pensava di tirare avanti in quel mondo, rimanendo tutti insieme, come quel giorno che hanno catturato il drone... un plauso va alla piccola attrice (Mackenzie Foy), che esprime magistralmente il trauma della separazione dal padre: una partenza che non è una partenza comune, ma è come in "Contact" (il padre di Murph, guarda caso, è lo stesso attore che si separa, per lo stesso motivo, dalla dott.ssa Arroway che intraprende un'avventura simile). Umano, nella sua ribellione- sabotaggio, anche Matt Demon, due anni dopo protagonista in una parte assai più vincente ("sopravvissuto: the martian"), e brava anche la Chastain, la bambina diventata adulta... Forse veramente uno dei pochi film di fantascienza recenti, incentrato su argomenti complessi, che eppur va dritto al cuore, oltre che alla mente ! Varie citazioni di opere storiche sono riutilizzate in modo eccellente ed efficace. Il finale poi è trionfale: la lotta strenua dei due protagonisti, padre e figlia, separati relativisticamente, ha consentito un ultimo incontro ritenuto oramai impossibile, seppur in punto di morte, come a ricordare la frase simbolo del film: "Non andartene docile, in quella buona notte!"
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