Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Non credo che un film di fantascienza debba necessariamente avere verosimiglianza scientifica. Almeno fino a quando non la millanta in modo roboante sin dal marketing di lancio esibendo la consulenza dell'esimio fisico Kip Thorne come sigillo di garanzia. In questo caso lo scienziato ha reso forse un ottimo servizio al proprio portafoglio, in quanto coinvolto anche nella produzione, ma certamente non alla divulgazione scentifica. L'unico valore aggiunto di Thorne credo resti confinato all'accuratezza della ricostruzione CGI di Gargantua, il buco nero ipermassiccio. Per il resto si assiste attoniti ad una rutilante sequela di sciocchezze pseudoscientifiche che culminano con il viaggio oltre l'orizzonte degli eventi da cui il protagonista riemerge senza un graffio anzichè venire immediatamente disintegrato da calore e gravità. Ripeto, non sono queste assurdità ad irritare, ma l'insincerità, che, peraltro, permea l'opera in ogni suo aspetto. Si tratta infatti di un film di cassetta spacciato per capolavoro visionario. Tutto viene banalizzato per incontrare il favore del grande pubblico: la sceneggiatura è dozzinale, infarcita di ridicoli spiegoni, la melassa dei buoni sentimenti profusa a piene mani, i personaggi stereotipati senza uno straccio di approfondimento psicologico. Ogni tema viene edulcorato per veicolare un messaggio rassicurante e conformista, per inebetire lo spettatore e non disturbare il manovratore. Così la terra viene devastata da una misteriosa 'piaga' la cui natura antropogenica viene a malapena suggerita, quasi ad occultarla, la legge di Murphy viene storpiata in un ridicolo 'ogni cosa che può succedere succederà' a fronte dell'originale (liberamente parafrasato) 'se qualcosa può andar male andrà male', sino alla metafora del dogma della fede liberista, quella mano invisibile che qui non regola il mercato ma addirittura il destino dell'uomo, in senso salvifico naturalmente, perchè qualche balzo tecnologico consentirà all'umanità di sopravvivere sempre e comunque, al di là dei propri errori che, perciò, possono continuare ad essere serenamente perpetrati. La regia e la fotografia sono invece di buona fattura e riescono a tenere desta l'attenzione dello spettatore fino all'insopportabile finale, condito con il più assurdo dei paradossi temporali. E' incredibile che gran parte della critica abbia osannato questo film anzichè metterne a nudo impietosamente i limiti. Ma, ripensandoci, non è poi così incredibile. In quest'epoca che nega la complessità, odia la scienza, quella seria, ed ogni forma di cultura, dove l'ipocrisia è valore e la forma l'unica sostanza cosa c'è di meglio che idolatrare la nullità artistica della boriosa macchina da soldi che questo film degnamente rappresenta?
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