Regia di Elvio Porta vedi scheda film
Teresa Capece, bonaria infermiera sposatasi con un rampollo nullafacente della facoltosa famiglia napoletana dei Gargiulo, deve trovare un milione per salvare la faccia del padre. Nella ricerca dei soldi andrà incontro a disavventure in ogni genere.
In una atmosfera e in ambienti fortemente debitori del “Mi manda Picone” di Nanni Loy, Giuliana De Sio, nel suo massimo fulgore, fisico prima che artistico, è la protagonista assoluta di una storia grottesca, di un surrealismo a volte involontario, che esperisce una Napoli più sotterranea dei leggendari cunicoli di tufo sottostanti il capoluogo partenopeo. Un racconto confusionario e ipertrofico, ma soprattutto pieno di cliché, che ha nella sceneggiatura, dello stesso Elvio Porta che cura anche la regia, il suo punto più dolente.
Cast variegato e incomprensibile: ai professionisti De Sio, Cannavale e Honorato, si aggiungono un nugolo di caratteristi partenopei di grande efficacia (Nunzia Fumo, Nicola Di Pinto, Giovanni Javarone), lasciando inaspettatamente il ruolo di coprotagonista all’anonimo francese Richard Anconina. Di rilievo la sottolineatura musicale di Pino Daniele (che sciorina pezzi di grande impatto) e la fotografia di Alfio Contini (quello di Zabriskie Point!). Questi ultimi due aspetti aiutano lo spettatore, seppur stancamente, a tirare nella visione fino alla fine.
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