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Southcliffe

Regia di Sean Durkin vedi scheda film

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La recensione su Southcliffe

di alan smithee
8 stelle

locandina

Southcliffe (2013): locandina

 

“Ora il bollettino mari e venti dell'ufficio meteo per conto dell'Agenzia Marittima e della Guardia Costiera, alle ore 05.05 di mercoledì 1 novembre 2011”.....questo l'incipit ricorrente delle tre successive puntate, ripetuto ogni volta come a ribadire con fierezza una serialità più necessaria tecnicamente e commercialmente, che ai fini della storia e alle reali tempistiche necessarie per raccontarla. Nel primo episodio invece, dopo un inizio folgorante, forte e sanguigno che vede una anziana donna qualunque essere colpita davanti al giardino di casa, perforata ad un fianco dal fuoco a bruciapelo di un fucile militare, così a caso per il solo fatto di trovarsi di fronte all'uomo sbagliato,

una televisione intervista un noto giornalista nato proprio nella cittadina di Southcliffe. Lui come tutti incredulo e sgomento per la scia di sangue che si è venuta a creare all'improvviso in un quartiere tranquillo di lavoratori pendolari, sobborgo di famiglie tranquille, luogo di mercato e commerci da sempre lontano dall'apparire sulle pagine di cronaca, al contrario di quanto sta succedendo ora.

Sean Harris

Southcliffe (2013): Sean Harris

Southcliffe è un film (niente meno che un film, forse dilatato e reso seriale per astute e meditate o nemmeno troppo criticabili ragioni commerciali se tutto ciò ha avuto l'effetto di renderlo più facilmente fruibile dal pubblico) sul dolore, sullo strazio irrecuperabile ed inconsolabile che fa seguito ad una scomparsa improvvisa e ancor più senza un fondato motivo se non la follia, a sua volta generata o fatta esplodere dalla cattiveria e dal risentimento umani.

Ma Southcliffe esplora anche con una lucidità ed una crudezza esemplare pure le discriminazioni che già da ragazzini molt di noi devono vivere per non trovarsi in una situazione familiare omologata e raffrontabile con la massa (è quello che è successo al nostro giornalista-protagonista nell'infanzia, ed il motivo che lo ha costretto ad allontanarsi per tutti quegli anni dal borgo natio fino al momento della strage insensata.

Rory Kinnear, T. Sean Durkin

Southcliffe (2013): Rory Kinnear, T. Sean Durkin

Un grande senso del racconto, merito dello sceneggiatore Tony Grisoni, che il regista Sean Durkin riesce a tradurre e valorizzare con quattro fantastiche aperture (una per puntata, il pregio – o a volte, ma non in questo caso, limite del serial, è che l'incipit, se efficace e ben fatto, si ripete per ogni puntata abituandoci ad aspettarci qualcosa di piacevole o di riuscito, senza colpirci a tradimento come fa e non potrebbe fare a meno di fare il cinema) che puntano sul gelo meteorologico e poi anche umano che pervade i paesaggi nebbiosi, quasi spettrali, di quello che fu un tranquillo quartiere popolare di lavoratori pendolari. La vicenda, il mistero che si nasconde dietro la follia di un ex militare, dileggiato dai propri vicini fino ad indurlo alla follia irrecuperabile, è vissuta dalle parte di chi è destinato a sopravvivere: i parenti dei caduti della folle, insensata sparatoria di una tranquilla mattina dei primi di novembre; coloro che devono riuscire in qualche modo ad accettare una realtà che non può trovare una spiegazione concreta o giustificabile.

Shirley Henderson

 

Rory Kinnear

 

Eddie Marsan 

 

Il dolore è ciò che Southcliffe riesce a rappresentare con maggior forza e potenza, grazie anche ad un cast superlativo di attori straordinari che non hanno bisogno di volti da copertina per dimostrare ognuno le proprie potenti qualità interpretative: anzi al contrario i rispettivi volti modificati dalla sofferenza e dalla incredulità, come anche dalla follia, sono una scelta coraggiosa e pertinente che rende questo serial un prodotto concepito come un prodotto di qualità che non si presta a facili compromessi commerciali se non la scelta di una serialità che può anche essere condivisa. Rory Kinnear, Sean Harris, Shirley Henderson, Anatol Yusef, Eddie Marsan, Kaya Scodelario sono nomi di ottimi professionisti non divi (ma Marsan ormai in fondo lo è, con quel suo volto gommoso che ben si presta alla bontà più disarmante come alla cattiveria più irrecuperabile) che ogni volta che incontriamo apprezziamo incondizionatamente.

Rory Kinnear

Southcliffe (2013): Rory Kinnear

Strutturato in poco più di due ore come un film, penso che Southcliffe ne avrebbe giovato, perdendo si tutte le occasioni di rivivere la consuetudine episodica di quell'inizio folgorante, ma guadagnandoci in sintesi e tensione narrativa.

In ogni caso un prodotto raro, da valorizzare, non a caso “catturato” e fatto proprio ed offerto ai suoi visitatori lo scorso anno dal TFF assieme ad una manciata di altre illustri e rare perle televisive d'autore.

 

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