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Alla ricerca di Vivian Maier

Regia di John Maloof, Charlie Siskel vedi scheda film

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La recensione su Alla ricerca di Vivian Maier

di barabbovich
8 stelle

Usava una Rolleiflex 6x6 - una di quelle fotocamere con il visore che puoi controllare dall'alto senza nascondertici dietro - Vivian Maier, la tata genio della fotografia destinata a gloria postuma, colei che in vita non pubblicò neppure uno dei suoi splendidi scatti. La Maier usava quella macchina fotografica con una padronanza, una creatività, un senso dell'inquadratura e una capacità di arrivare a ridosso delle persone davvero impressionanti. Un enorme talento naturale, il suo. A scoprire le centinaia di migliaia di scatti accumulati compulsivamente nel corso degli anni e rinchiusi in enormi quanto pesantissimi recipienti che - unitamente a una montagna di giornali - arrivarono a curvare il pavimento di una delle abitazioni dove visse è stato John Maloof, un giovane rigattiere americano frequentatore d'aste, che per una cifra contenuta ha scoperto un immenso tesoro. Il documentario che lui stesso ha girato a quattro mani con Charlie Siskel testimonia, con una struttura a puzzle, l'incredibile vicenda di questo personaggio di origini francesi e alquanto eterodosso, il lungo tragitto che dallo scanner di casa Maloof ha portato alle gallerie d'arte di mezzo mondo le foto di questa bambinaia misantropa, sessuofoba, altissima, scorbutica, senza amici, senza Musa (ne so qualcosa) ma con un muso sempre accigliato, ricordata con parole sgradevoli dai bambini ormai diventati adulti che le furono consegnati, determinata a non voler svelare a nessuno la sua opera titanica (lei stessa non vide mai moltissimi rullini, che rimasero da sviluppare dopo la sua morte, nel 2009). Il film ricostruisce, servendosi di moltissimi scatti della nanny più famosa della storia della fotografia, la sua avventura personale e quella del ritrovamento di questo scrigno dei tesori che ci restituisce un bel pezzo di storia sociale americana senza fronzoli ma con qualche trovata visiva magistrale (a partire dalle inquadrature dall'alto della miriade di oggetti inutili - biglietti del treno, ricevute, scontrini, rimborsi fiscali mai incassati - che la donna collezionava). Con Il sale della terra, uno dei migliori documentari che siano mai stati dedicati alla fotografia.

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