Regia di John Maloof, Charlie Siskel vedi scheda film
La straordinaria e casuale scoperta di un talento, l'entusiasmo per il ritrovamento di negativi che rivelano una capacità quasi senza precedenti di cogliere l'attimo, di catturare emozioni, stati d'animo, emozioni nascoste o mascherate.
Un ragazzo avvezzo a frequentare mercatini delle pulci, grazie anche ad un padre venditore di oggetti usati che soleva portarlo con sé alle esposizioni, si convince a comprare all'asta un bel numero di negativi appartenuti ad una certa misteriosa Viviane Maier.
Resosi conto dell'eccezionalità di quegli scatti, e stupito che su internet nulla si dicesse a proposito della misteriosa artista, il ragazzo decide di informarsi ed intraprende una ricerca molto accurata, sulle tracce del passato di questa strana e riservata persona.
Una bambinaia, attività che svolse con scrupolo ed una certa passione per tutta la vita, ritagliandosi ogni giorno piccoli grandi frammenti di tempo per riprendere oggetti, persone, luoghi e situazioni e in qualche modo rendendoli magici e artistici.
Dalle testimonianze delle persone che in età acerba la donna accudì, ora tutte mature se non anziane, i due registi si mettono sulle tracce di una personalità complessa e ritrosa, di certo consapevole del proprio talento, ma anche riservata e determinata a portare avanti la sua passione, qualsivoglia possa essere l'atteggiamento del mondo esterno. Che infatti la ignorò per tutta la vita, riuscendo a riabilitarla e ad elevarla ad artista solo in sede postuma.
Una Mary Poppins munita anziché di ombrello, di una sofisticata e audace e quasi avveniristica (per quegli anni, l'inizio della seconda metà del '900 e ) macchina fotografica con obiettivo dall'alto al basso, con cui riusciva ad ingannare i soggetti delle sue inquadrature, catturando espressioni e naturalezza che rendono sorprendente pressoché tutta la sua sterminata opera.
Il documentario risulta addirittura appassionante nel cercare, tra gli altri aspetti, di ripercorrere le tracce confuse delle sue origini francesi, fino al paesino alsaziano dove risiede la famiglia della donna e il luogo da cui iniziò a esplicitare il suo talento.
Un riconoscimento tardivo ma doveroso, quando oggi i più prestigiosi musei mondiali si contendono le opere di questa strepitosa artista schiva e riservata: una donna che si concedeva talvota pure il vezzo di un autoritratto, magari apparentemente casuale nel contesto di qualche sfondo o situazione che potesse giustificare lo scatto. Un viso spigoloso e importante su un corpo snello e slanciato, forse un po' goffo, a tratti addirittura caricaturale col suo incedere altalenante che ne faceva una macchietta tutta carattere e stile personale. Una donna diversamente bella, armata di una espressività e di un carattere determinato e schivi nello stesso tempo, in grado di renderla la quintessenza dello spirito e dell'artista così come amiamo considerarlo e intenderlo. Una donna che ha sempre amato l'indipendenza e la discrezione; che ha avuto il coraggio di viaggiare da sola per tutto il mondo rendendo eterni ed unici i posti ed i luoghi che ebbero la fortuna e l'onore di ospitarla.
Un grande documentario, importante e fondamentale per creare una leggenda e rendere giustizia ad una artista incompresa e scoperta troppo tardi.
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