Regia di John Maloof, Charlie Siskel vedi scheda film
Una via di mezzo fra Mary Poppins e Robert Doisneau, Vivian Maier era un donnone dal carattere aspro e dal forte accento francese. Di mestiere era bambinaia, scarrozzava puliva e nutriva i figli degli altri, e nel frattempo scattava foto: centinaia di migliaia di foto che immortalavano pezzetti di vita, angoli di strada, volti e arti di sconosciuti. Non ne ha mai pubblicata una. Il giovane John Maloof compra per caso, a un’asta, uno scatolone di suoi negativi non sviluppati, e la scoperta innesca una caccia al tesoro sconvolgente e appassionante, sulle tracce delle tante case e famiglie dove Vivian ha vissuto, tutte ignare che fosse una fotografa eccezionale; tutte all’oscuro che il suo accento fosse fasullo, che fosse nata a New York, che fosse un’accaparratrice quasi patologica (quintali di vecchi giornali, biglietti e ogni genere di chincaglieria conservati con cura maniacale, trasportati in scatoloni da una residenza all’altra). Talento sorprendente dietro l’obiettivo, Vivian resta un mistero anche ora che, grazie all’impegno di Maloof, è riconosciuta come una dei fotografi di strada più rilevanti del secolo scorso; il doc conquista con il magnetismo di un personaggio che, tramite i suoi scatti folgoranti e gli aneddoti ironici dei testimoni, deborda dallo schermo come fosse stata sceneggiata ad hoc. Non manca qualche furbizia (il racconto drammatizzato di una ex bimba che Vivian maltrattò pesantemente), ma la passione per una storia che reclamava a gran voce di essere raccontata è genuina.
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