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Scusate il ritardo

Regia di Massimo Troisi vedi scheda film

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La recensione su Scusate il ritardo

di Baliverna
7 stelle

Un napoletano qualunque alle prese con i piagnistei di un amico lasciato dalla fidanzata e con i propri grattacapi amorosi.

Bello, anche se non ha la freschezza e la genialità di “Ricomincio da tre”. Le situazioni e gli scenari non cambiano molto, come pure i dialoghi e i monologhi, ma è anche vero che sono proprio questi elementi a costituire l'ambiente naturale di Troisi. Gli esterni sono pochi e poco importanti; molto più interessanti ai suoi occhi sono gli appartamenti, i corridoi, specialmente le camere da letto. Lì si dipanano piccoli drammi, malinconie, e vi affiora a tratti un umorismo a denti stretti, unico nel suo genere. Come la sorella che dice alla figlioletta: sta' buona, se no lo zio Vincenzo di mangia.....

Un tratto interessante delle frasi pronunciate dal protagonista è che, sintatticamente e lessicalmente, sono sconclusionate e raffazzonate. Di fatto, però, esprimono come per incanto aneliti e gemiti dell'anima, o semplici sentimenti molto comuni, detti però con verità e sincerità. Contenuti, insomma, che non sono facili da esprimere neanche per un consumato sceneggiatore che rispetta la “consequtio temporum” o la posizione degli avverbi.

Il contenuto della pellicola, oltre ad una malinconia pervasiva, sembra essere la difficoltà del protagonista nel rapportarsi alla donna; non la difficoltà di amarla, ma quella di esprimere e concretizzare i propri sentimenti, quasi che avesse dentro un freno a mano già azionato per tutte le effusioni sentimentali, le dichiarazioni e i complimenti. Elementi i quali, almeno in misura minima, sembrano essere necessari.

Lello Arena è ormai collaudato nella parte del piagnone vittimista, che si compiace nel piangersi addosso e nel costringere gli altri alla compassione. Nei rapporti con le donne egli è praticamente l'opposto di Troisi, e non sembra imparare dai propri errori con le donne. La de Sio ai tempi era onnipresente, ma non è fuori parte ed è convinta di quello che fa.

Cinema poetico, minimalista, per certi aspetti evanescente, unico nel suo genere, da provare per chi non lo conosce.

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