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L'homme qu'on aimait trop

Regia di André Téchiné vedi scheda film

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La recensione su L'homme qu'on aimait trop

di alan smithee
5 stelle

CANNES 2014 – FUORI CONCORSO

locandina

L'homme qu'on aimait trop (2014): locandina

 

L’affaire Le Roux/Agnelet approda al cinema e sulla Croisette per opera del celebre, forse un pò discontinuo, ma spesso pure apprezzato e persino cult  André Techiné (lo ricordo in particolare in Niente baci sulla bocca, L'età acerba, I testimoni), che con l’occasione festeggia la sua settima opera in collaborazione (quasi una simbiosi!) con la diva più celebre e celebrata del cinema francese, ovvero Catherine Deneuve.

 

Catherine Deneuve

L'homme qu'on aimait trop (2014): Catherine Deneuve

Guillaume Canet

L'homme qu'on aimait trop (2014): Guillaume Canet

Guillaume Canet, Adèle Haenel

L'homme qu'on aimait trop (2014): Guillaume Canet, Adèle Haenel

 

Dopo oltre trentasette anni, il regista decide di occuparsi di un intrigo misterioso e affascinante, sporco, che ha scosso e diviso l'opinione pubblica, e che sembra non trovare soluzione nemmeno oggi che i diversi gradi e sedi di giudizio si sono espresse, anche di recente, con sentenze contradditorie tra loro, contrastanti e che poco sono riuscite nel tentativo di dare chiarezza ad una vicenda torbida e piena di coinvolgimenti.

Gli intrighi appunto, i giochi di potere, le collusioni con la massoneria e con la mafia da parte della titolare del Casino “Palais de la Mediterranée” a Nizza, diretto all’epoca dalla eccentrica e spigliata donna, Renee Le Roux, madre tra gli altri di una bellisssima ragazza di nome Agnés, ragazza poi scomparsa nel nulla. Una cinquantenne che tenne le redini di un Casinò tra i più celebri e frequentati della Cote D'Azur, e consigliata dal sordido avvocato7tombeur de femmes Maurice Agnelet.

L'inevitabile appassionata, fulminante - almeno da parte della ragazza - storia d’amore  tra la giovane figlia ventinovenne della donna, si accentua di sospetti quando questa viene indotta a cedere le proprie quote societarie, ammontanti a diversi milioni di euro di oggi in franchi dell'epoca, al misterioso uomo d’affari, per poi sparire nel nulla, senza più dare traccia di sé a nessuno. L’impianto accusatorio vedrà Agnelet come principale indagato mentre la madre della ragazza si batterà per tutto il resto della vita, ma senza certezze, affinché Agnelet venga accusato dell’omicidio, da moltidato ormai certo, della figlia.

Che tuttavia risultava recidiva ai tentativi di suicidio, e dunque facilmente soggetta alla ipotesi di un suicidio dopo il rifiuto dell'uomo: un proposito organizzato con estrema cura visto che il corpo non apparirà mai più, occultato chissà come ma in maniera diabolicamente perfetta.

 

Adèle Haenel, Guillaume Canet

L'homme qu'on aimait trop (2014): Adèle Haenel, Guillaume Canet

Adèle Haenel, Guillaume Canet

L'homme qu'on aimait trop (2014): Adèle Haenel, Guillaume Canet

 

Insomma un intrigo a base di soldi, sesso e potere che potrebbe, almeno sulla carta, risultare davvero appassionante, ma che Techiné tende ad annacquare sprecando tempo e risorse ad assicurarsi una ambientazione impeccabile che tuttavia rende soffocante, freddo e distaccato tutto l’impianto narrativo, pesante ed appesantito da troppa cura di particolari esteriori.

E se Catherine Deneuve ci sembra un po’ spaesata con un regista col quale tuttavia sembra aver trovato un feeling senza soste, forse perché sin troppo imbellettata e costretta nelle sue mises orientaleggianti che la trasformano in una icona quasi sacra e caricaturale, Guillaume Canet, attore che non ho mai apprezzato particolarmente se non piuttosto come regista di thriller affascinanti, appare un po’ ingessato, anche se il suo viso un po’ atono e antipatico riesce a rendere in realtà piuttosto bene la perfidia e fredda malvagità ipotetica di un uomo che si suppone subdolo e contraddittorio, un tipo losco che non può non destare sospetti e suscitare ribrezzo.

 

locandina

L'homme qu'on aimait trop (2014): locandina

 

 

Di contro la giovane e bellissima Adele Hanel, vista di recente nel sopravvalutato e premiatissimo proprio qui a Cannes Les Combattants, è una giovane Agnes palpitante e vitale che supera ogni altro suo più celebre attore collega nella resa e nella credibilità del proprio contrastato ruolo.

I fatti recenti, risalenti ad aprile 2014, che hanno visto ribaltare in Cassazione l'innocenza di Agnelet in colpa con arresto, grazie all'ennesimo colpo di scena rappresentato dall'accusa del figlio di quest'ultimo, secondo cui il padre gli avrebbe confessato di aver ucciso in Italia la ragazza dopo una fuga assieme, sono tuttavia dettagli piccanti che restano inevitabilmente fuori da una trama già di per sé fitta e più intrigante nelle premesse di cronaca che nel risultato del film, un pò bolso e insaccato su se stesso, privo di quel mordente che una vicenda così amoralmente concitata e contraddittoria presupporrebbe ed ispirerebbe.

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