Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
Avendo avuto la fortuna di assistere alla proiezione alla Casa del cinema e sentire il regista presente, posso senz’altro dire che si tratta di un film autobiografico.
Marc (il regista Jacquot) è un uomo profondamente buono, onesto, ama il suo, lavoro ( ispettore fiscale) .Gli consente di aiutare le persone in difficoltà con la burocrazia e colpire gli evasori ( che commettono il crimine più esecrabile, frodando la collettività! ).
Ama li suo prossimo, ama tutte le donne , non perché sia uno sciupafemmine, ma perché per lui è un miracolo entrare nel mondo di un altr* ( con le donne è più facile perché non c’è la competizione con un altro maschio).
E’ un film contro l’ambiguità a cui l’essere umano è costretto dalle regole sociali. Il dilaniamento tra la dolce, sensibile Sophie e la intrigante, sensuale Sylvie è troppo per il suo debole cuore.
Più volte è uscito durante l’incontro con Jacquot il termine virale. Chi non si riconosce nei continui tentennamenti tra tentazioni naturali e regole sociali?
La scena finale è particolarmente illuminante : che sarebbe successo se Marc non avesse avuto quel contrattempo e avesse incontrato Sylvie?. Il messaggio è chiaro: il vero ordine è il caso ( o il caos? ).
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