Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
bello, mi è piaciuto. a partire dall'imprescindibile partituta musicale di bruno coulais. a far battere quei tre cuori maldestri è anche lei. ad accompagnarli in questo thrilling dove l'assassino è il desiderio della persona che si è persa per un caso, per il destino, per il volere superiore delle cose. jacquot e boivent che sceneggiano hanno tirato fuori qualcosa dal nulla di una storia detta non si sa le volte da quando esiste il cinema. i cuori.... l'amore..... il malessere e il malvivere delle persone.... eppure tre cuori mi ha avvinto per come è stato inteso, girato e ovviamente recitato. le scorribande del destino che malversano il cuore malandato di marc, grigio e triste impiegato delle imposte che s'incazza al sentire la parola "meraviglioso".... un animo normale che grazie al proprio lavoro scopre un'altra anima inadatta e che entrambi spesso e volentieri "non sanno". così sophie diventa una sorta di ricompensa alla mancanza della donna mancata per poco, che se solo avesse atteso anche solo dieci minuti... una donna e un uomo senza nome e senza età, se non per un indizio in un numero civico... come si fa del resto a dare fiducia ad uno sconosciuto, quando poi si sta vivacchiando una relazione morta e sepolta ma che se si prosegue per paura della solitudine. l'oblio della solitudine. ma il destino beffardo ci mette lo zampino e la sorella amatissima di sophie, novella sposa di marc, è proprio lei, la donna senza nome che non lo ha aspettato abbastanza all'appuntamento. e allora comincia la menzogna, ricomincia l'ansia e l'insonnia che non se ne sono mai andati, solo accantonati in uno stipetto del nostro cervello, pronti a saltare fuori. grazie a quel mostro di bravura di poelvoorde ho vissuto con lui i suoi strepitosi sguardi carichi di imbarazzo e vergogna.... non ricordo di aver mai visto due occhi sfuggenti come i suoi. i suoi attacchi di panico e le sue corse che levano il fiato hanno levato anche il mio di fiato comodamente avvinghiato alla poltrona del cinema. jacquot e boivent hanno dato le giuste direttive ai talentuosi commedianti. poi per carità il finalissimo mi ha lasciato un pò sconcertato, un pò dubbioso, un pò deluso anche , ma tutto ciò che viene prima è uno strazio lancinante che esalta gli occhi, il cervello e il cuore diretto da un maestro della tensione(di cui purtroppo in italia non si è visto quasi nulla.... magari ghezzi e fuori orario.... vero?)e interpretato da quattro attori che fanno paura. perchè charlotte l'amo anche quando è perennemente chic e charmante nei suoi vestitini trasandati, chiara brutta e sciatta e piagnucolante fa andare fuori dai gangheri, catherine trasformatasi in una bella casalingotta di provincia coi suoi labrotti rigonfi è sempre e comunque quel mito che è, brava anche col solito sopracciglio alzato e benoit.... benoit... benoit. lo amo sia che faccia la guardia di frontiera belga, sia che emotivamente rimanga anonimo e che faccia tribolare come in questo film.
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