Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
Da Parigi alla provincia, le trasferte dell’ispettore fiscale Marc hanno poco di eccitante, eppure il suo cuore è esposto alla bufera quando nel mortorio della notte si imbatte in Sylvie. Non si scambiano nomi né numeri, passeggiano in una comunione di sentimenti sconcertante e si danno appuntamento, come in un film, alle 6 di un pomeriggio al Giardino delle Tuileries. Il fato dà una zampata, l’incontro fallisce, Sylvie si mette il cuore in pace. Marc conosce un’altra donna, Sophie, meno burrascosa e più dolce, se ne innamora, la sposa, costruisce con lei la serenità. Finché?non scopre che Sylvie e Sophie sono sorelle. Costruito come un vertiginoso thriller hitchcockiano, dove il cuore provato di Marc è vittima di un amore che visse due volte, il film di Jacquot scoperchia il mélo per distillare lo humour crudele che permea la tragedia sentimentale. Al ritmo tachicardico del segreto che batte nel petto di Marc, si consuma l’ipocrisia che abita ogni legame amoroso, il compromesso che regola il desiderio, come in Two Lovers di James Gray. Esploratore dell’anima femminile, Jacquot si cala qui nei panni del vertice maschile, smascherando la passività del suo ruolo, ma anche la precarietà emotiva delle sue controparti. Tutti e tre sono convinti di vivere il proprio ineffabile, struggente dramma: ma visti da fuori, in questa ironica e chirurgica dissezione di un triangolo amoroso, sono gli agenti immaturi di un ridicolo balletto di bugie autoinflitte.
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