Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
Benoit Jacquot non si nasconde dietro un dito e dichiara apertamente di aver tratto ispirazione dai grandi melodrammi americani per scrivere e dirigere Tre cuori, un dramma sentimentale che racconta del triangolo sentimentale che si instaura tra due sorelle e lo stesso uomo. Partendo da un incontro fortuito tra un lei e una lei che non forniscono indicazioni su chi siano o su cosa facciano, Jacquot trasforma l’incontro nell’evento scatenante di una delle ttragedie più abusate dal cinema sin dagli albori. Quante volte abbiamo visto sullo schermo vicende di sorelle in guerra nel contendersi le attenzioni dello stesso maschio? Il rischio di partenza è noto al regista, che in un disperato tentativo di originalità non fa scoprire all’uomo conteso di amare due sorelle fino a metà opera.
Sylvie e Marc si incontrano la sera in cui l’’uomo perde l’ultimo treno per Parigi, passeggiano come in un “Before…” linkleteriano qualunque, si avvicinano e rimangono fatalmente vittime del colpo di fulmine. Per scelta di lei, però, non dichiarano le loro generalità e mantengono la riservatezza sulle loro rispettive esistenze. Si danno, invece, appuntamento al mattino successivo per il venerdì che verrà da lì a poco alle 18 in un giardino della capitale. Il giorno prefissato, causa un infarto di cui rimane vittima, Marc non si presenta in orario e Sylvie ritorna alla sua vita di periferia, caratterizzata dalla gestione di un negozio di antiquariato con la sorella Sophie (con cui ha un rapporto idilliaco e di interdipendenza), di pranzi a casa della madre e di una relazione sentimentale allo sbando con un tal Cristophe. Complice la partenza di quest’ultimo per gli States, Sylvie decide di seguirlo lasciando che gli eventi portino Sophie a conoscere, in circostanze altrettanto fortuite, Marc. Non avendo idea del legame che intercorre tra le due donne, Marc rimane affascinato dalla dolcezza di Sophie, con cui in breve tempo finisce a letto e decide di sposarsi. E proprio la vigilia del matrimonio sarà rivelatrice del bel guaio in cui si è cacciato e da cui non uscirà mai, a meno che il fato non ci metta lo zampino.
Costruito in maniera lineare e dall’elegante messa in scena, Tre cuori soffre ovviamente della banalità della storia, mai in grado di decollare e di sorprendere. Accartocciato su fondamenta labili, il film scivola man mano nel dramma patetico, sottolineato da una colonna sonora invadente e strappalacrime. Affari di famiglia e affari di cuore (non solo metaforici) finiscono per intrecciarsi e per far sì che ancora una volta Eros incontri Thanatos, avviluppandosi verso un finale ridicolo, un finale scopiazzato e scontato, che sembra essere a metà strada tra quello di Titanic di Cameron e Ore diciotto in punto di Gigliorosso. Nonostante la storia sia illuminata da un cast composto dai migliori attori d’Oltralpe (Benoit Poelvoorde, Catherine Deneuve, una sempre più maniacale e manieristica Charlotte Gainsbourg e la sottovalutatissima Chiara Mastroianni), Tre cuori è il classico polpettone sentimentale che, al pari di un tv movie tratto dai racconti di Inga Lindstrom o Rosamunde Pilcher, annoia e ammorba, sembrando interminabile.
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