Regia di Byeong-woo Kim vedi scheda film
The Terror Live è un film sudcoreano del 2013, scritto e diretto dal giovane (classe 1980) Kim Byung-woo; presentato al Far East Film Festival 2014 di Udine, il film ottenne un ottimo riscontro da parte della critica (Terzo classificato per il premio Black Dragon) mentre in Corea, oltre ad aver incassato molto, ha ottenuto svariati riconoscimenti in particolare modo assegnati al giovane regista:
-14th Busan Film Critics Award: Miglior giovane regista
-22nd Buil Film Awards: Miglior giovane regista e sceneggiatura
-34th Blue Dragon Film Awards: Miglior giovane regista.
Inoltre segnalo il Gran premio per la recitazione (Golden cinema festival) per l'attore protagonista Ha Jung-woo (ormai punto di riferimento per il moderno cinema sudcoreano).
Il giovane autore coreano riesce a fondere magistralmente la tipica tensione del thriller, la spettacolarità del disater-movie e la ferocia della critica sociale rimanendo sempre nel genere (elemento fondamentale del nuovo cinema coreano dove qualità ed intrattenimento sono un tutt'uno), proponendo un prodotto estremamente godibile ed avvincente.
La sceneggiatura pur presentando qualche piccola antinomia, offre allo spettatore una trama intrigante dove lo svolgimento della vicenda terrà incollato il pubblico alla poltrona, con un ritmo tesissimo in cui molte volte le parole sono più dannose delle armi.
Kim Byung-woo dopo il misconosciuto Written (il suo esordio, del 2007), con questo The Terror Live riesce a conquistarsi gli oneri di pubblico e critica; il regista opta per una disamina spietata della società sudcoreana dove corruzione e malgoverno sono diventate un cancro incurabile che stanno annientando la società.
Kim Byung-woo non risparmia nessuno; si parte dai mass media, pronti a tutti pur di avere in esclusiva uno scoop sensazionalistico nonostante coò compormetta la sicurezza nazionale mettendo in pericolo di vita milioni di cittadini per poi passare al governo troppo conservatore dove il continuo aumento delle tasse grava minacciosamente sul cittadino soprattutto verso le classi operaie.
Un governo corrotto e senza scrupoli, pronto ad insabbiare i propri errori e senza la dignità di scusarsi di fronte al cittadino una volta smacherato; infine la polizia come sempre nel modero cinema coreano non viene risparmiata, incapace di contrastare una singola minaccia.
Tecnicamente il lavoro svolto dal cineasta coreano è eccellente ed innovativo; a grandi linee il film utilizza quasi uno stile found-footage dove macchina a spalla e telecamere televisive si mescolano ad un linguaggio cinematografico più classico e tradizionale ma non per questo meno elaborato (guardare il montaggio).
È interessante evidenziare com il film sia girato interamente in un unico set: la sala principale di una stazione radiofonica; ottima anche la messa in scena, mentre la CGI non è del tutto perfetta (ma fortunatamente il regista la usa con il contagocce).
Film davvero notevole
«Tra gli squali i pescolini non durano»
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