Regia di Sergio Basso vedi scheda film
Una partenza di corroborante freschezza e istantaneo impatto, affidata a due bambine vestite da fattucchiere bianche tra pendagli in cristallo: il primo amore sta arrivando, gli astri puntano il dito sul coetaneo biondino da tempo agognato. Ad Alleghe, sulle Dolomiti, Cristiana Capotondi insegna pattinaggio artistico alla Polisportiva e va a prendere il collega russo Andrey Chernyshov con l’Apecar delle nevi: lui allena i ragazzi della squadra di hockey, ha una moglie spesso assente che disegna gioielli di vetro e riverbera inconsciamente la sua frustrazione sul figlio Aleksey. Tra i giovani protagonisti di un’avventura iniziatica che culmina a Mosca, dove i compagni di scuola giocheranno un torneo che coinvolge lo sport come metafora - elementare, ma potente - dell’amicizia. Elogio sincero delle cose piccole, la prima opera di fiction del documentarista Sergio Basso è mossa da un’idea vincente e penalizzata da uno svolgimento ingenuamente meccanico, dove l’accelerazione dei gesti quotidiani - efficace correlativo visivo della fantasia inesausta - e l’enfasi delle prime volte sfociano infine nella formula. L’incursione ad altezza di bambino nel suo mondo emotivo cangiante è ravvivata da felici intuizioni retrò - il telefono senza fili disteso tra balconi distanti tre palmi di mano - e affievolita dal perseguimento di un registro coerentemente infantile. Se gli adulti risultano figurine spaesate, resta intatto il coraggio di guardare al cuore, rendendo l’essenziale visibile agli occhi.
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