Regia di Tim Sutton vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2013 - BIENNALE COLLEGE
Tim Sutton ha diretto lo scorso anno Pavillon, presentato in concorso e premiato al TFF 2012. Questa volta il regista ci racconta, ancora più per immagini che per dialogo, la crisi esistenziale in cui naufraga un talentuoso artista e cantante di colore che non trova il coraggio e la volontà di registrare le sue belle canzoni per paura di non riuscire a cogliere la perfezione e l'autenticità che secondo lui sono da afferrare volta per volta, tramite esecuzioni dal vivo uniche e irripetibili. Tutto ciò ovviamente si scontra con le necessità commerciali e di marketing che regolano in modo inflessibile il mercato discografico, e che gettano nello sconforto e nell'apatia il cantante. Il regista segue il protagonista e le persone che lo circondano trattenendosi sempre un po' e restando a distanza. L'operazione mi sembra anche questa volta un po' fredda e sempre troppo testardamente a metà strada tra il documentario e la fiction per convincere veramente. Rimangono nella memoria una buona musica suadente e la voce calda del protagonista. Valori indubbiamente positivi ma che tuttavia non riescono a regalare al film un carattere e una personalità necessari per emozionare o avvincere veramente.
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