Regia di Gianni Barcelloni vedi scheda film
Desideria è un'adolescente problematica e obesa. Una sera la madre, in preda a una crisi di nervi, le rinfaccia di averla adottata e le rivela di essere figlia di una prostituta. Desideria crolla emotivamente; ma si riprende dimagrendo sensibilmente e votando la sua nuova vita a una feroce rabbia contestatrice di ogni autorità. Dapprima pensa di vendere la sua verginità in un bordello, poi fa conoscenza con un terrorista.
La vita interiore era il titolo del romanzo di Moravia da cui questo film - con una sceneggiatura scritta dallo stesso regista insieme a Enzo Ungari - è tratto; è il primo lungometraggio per il cinema diretto da Barcelloni, fino a quel momento autore solo di un documentario televisivo e noto per lo più come produttore (e di pellicole di un certo spessore: Porcile di Pasolini e Capricci di Carmelo Bene, per citarne un paio). Purtroppo bisogna rilevare che Barcelloni era più portato per ruoli distanti dalla macchina da presa: questo film non convince in primis per la messa in scena macchinosa e pregna di un'autorialità a tratti perfino arrogante (come pretendere di fare sul serio quando si filma a quel modo, sgraziato formalmente e patetico nei contenuti, il litigio-chiave fra la Sandrelli e la Wendel?); ma anche la materia narrativa è disposta con scarsa efficacia, in modo dispersivo, forse cercando di unire insieme quanti più episodi possibili tratti dal libro, riuscendo in realtà solamente a disorganizzare una trama neppure troppo arzigogolata. Oltre alle due attrici citate sopra compaiono Orso Maria Guerrini, Vittorio Mezzogiorno e, in un ruolo marginale, la giovane Lory Del Santo; la co-produzione fra Italia e Germania dispone un discreto budget ed effettivamente si vede. Ma Barcelloni mostra severi limiti tecnici-artistici comunque; non è quindi un caso che questa rimarrà la sua unica regia cinematografica. 3/10.
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