Regia di Gianni Barcelloni vedi scheda film
Rovelli psicoanalitici nelle relazioni tra figli e genitori, rapporti di potere dettati dal denaro e dal sesso, velleità ribellistiche che sfociano nella lotta armata e in tutta quella rete di sospetti e delitti che ne scaturiscono. Tutto questo è al centro del film di Barcelloni, derivato da uno degli innumerevoli romanzi di Moravia; non conoscendo il quale, devo addossare al regista la stragrande maggioranza delle responsabilità per la riuscita confusionaria, fiacca e velleitaria di questo film, che non soddisfa lo spettatore su alcuno dei temi messi in campo. Lara Wendel, sempre utilizzata nelle vesti (quando ce le aveva indosso) di ragazzina morbosa, più che inquietare infastidisce e non riesce a creare alcun legame artistico con la Sandrelli. L'insieme fa sì che anche interpreti di valore (Mezzogiorno, Löwitsch, Guerrini), anche a causa di un copione verboso all'eccesso, appaiano marionettistici ed unidimensionali.
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