Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Scritto da Dennis Kelly, autore del serial UK Utopia, e diretto dal Kevin MacDonald de L'ultimo Re di Scozia, Black Sea fa parte di quel cinema marittimo di cui quello dei sottomarini è un ulteriore sottogenere, solitamente di carattere bellico, nel quale alle convenzioni del film di guerra, d'azione o d'avventura si mischia il genere thriller e/o drammatico.
In questo caso non abbiamo però un equipaggio di militari dedito alla causa, all'amor di patria o a un particolare senso dell'onore o di appartenenza alla divisa, e i cui valori e credo sono messi a dura prova da un conflitto bellico e dagli orrori di una guerra, ma un gruppo di civili misto inglese-russo, lavoratori reietti e precari piegati dal fallimento e disperatamente in cerca di riscatto, economico ma non solo, inseguendo il miraggio di un nuovo Eldorado sui fondali marini del Mar Nero.
La sceneggiatura di Kelly, in questo senso, punta anticonvenzionalmente sulle motivazioni dell'equipaggio e sulle loro ferite, usandole come puntelli emozionali su cui basare l'intero asse narrativo e, conseguentemente, le loro azioni e reazioni, fino a portarle alle estreme conseguenze e caricando esponenzialmente l'intero intreccio di una epica ed inusuale carica emotiva e, soprattutto, sociale.
Questo, da una parte, porta ad una maggiore condivisione e partecipazione alle vicende dei "dannati" del Cap. Robinson, soprattutto nella seconda parte, ma, dall'altra, oltre a rallentarne il ritmo nella prima parte, carica di eccessive velleità certe situazioni o personaggi, non sempre completamente riusciti.
Ad esempio, difficile non sorridere quando, tra i membri dell'equipaggio, viene scelto un esperto sommozzatore ritenuto sì bravissimo ma altrettanto psicotico e pericoloso (possibile che non ci fosse nessun'altro disponibile?) e che, ovviamente, con una sua "follia" darà origine a tutta una serie di problemi che comprometterà l'intera l'operazione.
Buona la prova di Jude Law nella part del Cap. Robinson in un ruolo abbastanza insolito per lui e accompagnato, in realtà, più che da attori (tra cui Scott McNairy e Ben Mendelsohn) da "facce" (improbabili, particolari, strane od originali) su cui il regista punta tantissimo per creare un legame empatico tra il suo gruppo di disperati e il pubblico in sala.
VOTO: 6,5
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