Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Profondo Mar Nero: c'è un sommergibile tedesco, inabissatosi durante la II Guerra Mondiale e mai tornato in superficie, carico d'oro, sul fondale. Un esperto comandante di sommergibili, uso a recuperare relitti, con una situazione personale compromessa ( ha perso il lavoro, e ha rotto i rapporti con la moglie e il figlio) viene ingaggiato da un miliardario per comandare una squadra di recuperatori, metà inglesi, metà russi: sembra una buona occasione, ma la scarsa preparazione dell'equipaggio, unita a ostilità forti tra i due gruppi etnici, creeranno una spirale di guai che si faranno sempre più seri, e difficili da gestire. Un thriller claustrofobico, ambientato quasi tutto all'interno dello scafo del sottomarino che parte per il recupero dell'oro, diretto dal regista de "L'ultimo re di Scozia": è evidente che MacDonald non sia certo un ottimista sulla natura umana, per come sottolinea la capacità irrefrenabile di cannibalizzare i propri simili, da parte degli uomini, e per come ne illustri la tendenza ad una crudeltà ingiustificata. Sorretto da un buon ritmo, da una sapiente bravura nel montaggio che da un lato non permette allo spettatore di annoiarsi,per la tensione che si crea, da un altro serra sempre di più l'azione e lo spazio tra i personaggi, "Black Sea" è anche un apologo sulla pericolosità di certi utopisti, che in nome di astratti Pace e Bene, in concreto portano alla rovina chi li segue senza porsi domande: Jude Law fornisce una prova maiuscola, di perdente di carattere ( che non era il solito belloccio insulso, lo si era capito da un pò, qui sfoggia una stempiatura alla Phil Collins con disinvoltura, puntando sulla resa del personaggio), e le facce intorno aggiungono pathos a un racconto nero come l'avidità umana.
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