Regia di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky vedi scheda film
Visivamente accattivante, le immagini del pianeta dall’alto di un drone, cina india, oceani, california, ghiacciai sembrano tanti quadri di Kiefer, Pollok, di Gherard Richter o Piet Mondrian negli appezzamenti di terra a quadri. O nelle risaie cinese, ricordi di Kounellis. Nelle zolle aride della California emergono i cretti di Alberto Burri.
"Non c’è vita senza acqua perchè due cellule non possono dividersi senza stare nell’acqua.
Noi due possiamo avere questa conversazione perchè rappresentiamo un legame tra due cellule divise che sono state nell’acqua per gli scorsi 3 miliardi di anni.
L’acqua consente alle cellule di non dividersi" - si dice nell'intervista a due scienziati nel documentario che ci affascina da diversi punti di vista.
Visivamente accattivante, le immagini del pianeta dall’alto di un drone, cina india, oceani, california, ghiacciai sembrano tanti quadri di Kiefer, Pollok, di Gherard Richter o Piet Mondrian negli appezzamenti di terra a quadri.
O nelle risaie cinese, ricordi di Kounellis. Nelle zolle aride della California emergono i cretti di Alberto Burri.
Dighe ghiacciai, visioni sorprendenti nella costruzione cinese di dighe, a doppio arco, fungono da monito sulla piccolezza dell'essere umano.
Pozzi a scale nel Rajastan
Si parla poi di Los Angeles e del progetto di curvatura del fiume potomak già arso nel 1913.
In vari punti della terra si parla d’acqua e perdita di essa nei suoi vari stati liquido solido e gassoso.
Il documentario, oltre alla potenza di certe visioni inedite con sorprendenti immagini, ci restituisce consapevolezza sulla precarietà che contraddistingue l’essere umano e il suo rapporto fragile con la natura
Ricordandoci che siamo collocati sin une ra felice tra le glaciazioni era che dura da 11000 anni dobbiamo ritenerci fortunati perchè potrebbe tornare il vuoto dei ghiacci e dovremmo consapevolmente conservare il microclima che ci da l’autorizzazione ad esistere
Spettacolare terrazze di riso cinesi che sembrano opere d’arte
30.000 persone che si immergono nel Gange
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