Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Sull'onda del boom della serie "Scuola di polizia",negli anni Ottanta fioccarono imitazioni varie,con il pretesto di una sorta di "corso" per nuovi adepti di varie specialità,furono diversi i film comici prodotti,imperniati su soggetti similari:in Italia venne realizzato "Scuola di ladri",che nella stagione '86/87 ottenne ottimi incassi,piazzandosi sedicesimo nella classifica finale dei maggiori introiti.Tre fessacchiotti,interpretati da Massimo Boldi (all'epoca appena smessi i panni del caratterista sullo sfondo),Lino Banfi (in fase di "ripulitura" dalle commediole tutte cosce e reggiseni in cui era emerso),e Paolo Villaggio (ancora sugli scudi,tra un Fantozzi,un Fracchia,un turno nei pompieri e dietro a sogni mostruosamente proibiti),vengono radunati da un sedicente zio,interpretato da Enrico Maria Salerno,che li vuole ladri come egli stesso si proclama,e li istruisce con l'aiuto di un assistente su metodi fantasiosi per fare dei "colpi".Non che uno,quando si mette a vedere pellicole di questo genere,abbia l'ambizione di godersi un'ora e mezza di cinema di livello,per carità,ma almeno qualche motivo per sorridere,anche in maniera canagliesca,qua e là,giustificherebbe il tempo usato per la visione.E invece,i tre danno il loro più abusato peggio,con Boldi che farfuglia "Mavàvàvàvà" e fa le linguacce,Banfi che offre una versione stintissima della sua gamma comica,e Villaggio che stancamente va avanti a suon di "Aaahiaaaa" e gags viste e riviste,come quella del boomerang che lo insegue.L'unico a fornire una prova d'attore vagamente indicabile tale è Salerno,che in vena di marchetta fa perlomeno un'apparizione decorosa,ma nulla più.Ebbe anche un sequel,fortunatamente di alcun successo,l'anno successivo,ma è uno dei punti più bassi di un filone già non propriamente splendente per qualità e forza comica.
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