Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Si usano mezzucci di ogni tipo e il film è davvero scadente. Tutta colpa di Freud? No, tutta colpa degli sceneggiatori.
La psicanalisi ha spesso portato buona linfa al cinema italiano e non solo. Qui però, nonostante il titolo, viene trattata molto di striscio e soprattutto viene banalizzata.
Il film è insopportabile. Il mestiere e la bravura di Giallini per 25 minuti illudono, poi abbiamo il tipico prodotto del cinema italiano attuale figlio di una scrittura oscena. Tutto va a rotoli e si usano mezzucci di ogni tipo, andando a raschiare il patetico. Il peggio si ha nelle scene tra la libraia e il sordomuto, scritte in maniera imbarazzante.
Questo film conferma una mia teoria: il problema del cinema italiano non è l'assenza di "grandi facce", perché qua e là gli attori buoni ci sono pure (Giallini lo è), ma finiscono spesso e volentieri per essere più bravi di quanto gli è richiesto dalla parte. La verità è che questi attori devono dare il volto a parti pessime: il problema del cinema italiano è nel non avere più (nella grande maggioranza dei casi) delle sceneggiature decenti.
Tutta colpa di Freud? No, tutta colpa degli sceneggiatori.
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