Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Vorrebbe essere una commediola sentimentale, ma assomiglia più a un dramma esistenziale per disadattati: Tutta colpa di Freud è un lavoro di cui, di buono, si può solo dire che è diretto con professionalità da Genovese (già piuttosto noto al pubblico italiano) e interpretato da un cast non eccellente, ma che fa capo a un Marco Giallini ormai maturo per ruoli da protagonista. La storia in sè è il vero cruccio dell'operazione e non sorprendeper nulla trovare il nefasto nome di Pieraccioni sul soggetto, accanto a quelli del regista (da solo in fase di sceneggiatura) e di Paola Mammimi (inedito); ciò che allo spettatore tocca veder fare, nelle due ore di film (!), allo psicanalista al centro della trama è un preciso, chirurgico riassunto dell'antietica, dello spregio della deontologia del suo mestiere. Sul suo lettino passano le tre figlie, l'amante di una di esse e, tanto per arrotondare, il sedicente dottore se la spassa pure con la moglie di un suo paziente; è difficile immaginare che nel 2014, in Italia, ancora esista qualcuno che non sappia che tutto questo contemporaneamente è irrealizzabile, anche dallo psicanalista più fieramente criminale, dal più incallito avversatore della propria professione. E poi arriva Tutta colpa di Freud, e ci si deve ricredere. Nel cast compaiono anche Alessandro Gassman, Anna Foglietta, Vittoria Puccini, Dianiele Liotti, Claudia Gerini e Maurizio Mattioli e Gianmarco Tognazzi in due particine. Ci sarebbe parecchio da ridire anche sull'idea di una ragazza lesbica che decide arbitrariamente di diventare etero, il tutto senza sfiorare minimamente il concetto di bisessualità: altro indizio che rende chiara la mancanza di idee e la scarsa volontà di approfondimento da parte di chi ha scritto questo lavoro. 2,5/10.
Uno psicanalista di mezza età analizza i problemi sentimentali delle tre figlie: una libraia innamorata di un cleptomane; una diociottenne che sta con un cinquantenne sposato; una lesbica delusa che vuole diventare etero. Per giunta l'uomo accoglie sul suo lettino l'amante cinquantenne della figlia minore e, ciliegina sulla torta, se la intende con la di lui moglie.
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