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Tutta colpa di Freud

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Tutta colpa di Freud

di GIANNISV66
6 stelle

E' risaputo che la commedia italiana da un pò di tempo a questa parte non gode di grandissima salute. Inutile stare a fare l'elenco delle magagne che l'affliggono, tra prodotti privi di una qualunque struttura degna di un vero film e sceneggiature (parola in questo contesto usata sovente a sproposito) che sembrano prodotte dalla fotocopiatrice più che dall'ingegno umano.  
Per non parlare di quella autentica zavorra rappresentata dallo sfruttamento di personaggi portati al successo e alla notorietà dal piccolo schermo. Autentici mattatori delle serate televisive, inseriti in un contesto cinematografico denotano tutti i loro limiti.

Reduci dunque dai trionfi natalizi di due commediole la cui consistenza filmica è inversamente proporzionale al successo avuto (Colpi di Fortuna e Indovina chi viene a Natale?), accogliamo dunque con una certa soddisfazione questo Tutta Colpa di Freud, che non ci porta certamente nell'orbita del film di eccellenza ma quantomeno ha il merito di far divertire in maniera intelligente e, soprattutto, non lasciarci la sgradevole sensazione di essere di fronte a un prodotto precotto e incellofanato al supermercato dell'intrattenimento a buon mercato per un pubblico di scarsissimo (buon) gusto. 
Paolo Genovese dirige quella che probabilmente è la sua pellicola migliore (dimostrando un passo avanti rispetto all'esile Immaturi, per non parlare dell'incosistente seguito dello stesso), riuscendo a offrire allo spettatore una vicenda godibile che riesce a far ridere di gusto e a farsi seguire.
Aiutato in tutto ciò per buona parte da un cast all'altezza, e soprattutto da un Marco Giallini che a cinquant'anni suonati dimostra di essere ormai (se ci fosse pure stato qualche dubbio) una realtà consolidata e uno dei migliori attori del nostro cinema (e chissà perché stiamo parlando di un inteprete arrivato al cinema a più di trent'anni d'età e con alle spalle una lunga gavetta teatrale. Il mestiere insomma non si può improvvisare).
La storia è quella di Francesco, psicoanalista e papà di tre fanciulle ormai adulte (o quasi) e tutte, non poteva esser diversamente, con la vita alla deriva (sentimentale).
Sara (una eccellente Anna Foglietta) è omosessuale, ma delusa da una serie di fallimenti amorosi decide di cambiare orientamento convinta che con gli uomini possa andare meglio. Marta (Vittoria Puccini, splendida  nella sua semplicità) è una libraia con la passione per storie sconclusionate e la testa nelle nuvole, alle prese con un problema di furtarelli che la faranno approdare a una relazione a dir poco complessa con un sordomuto (Vinicio Marchioni, ai suoi ormai consueti livelli di bravura).
Chiude la serie Emma (Laura Adriani) maturanda e innamorata di un'uomo dell'età del padre (Alessandro Gassman, coinvolto in divertentissimi siparietti col suocero-coetaneo), Alessandro, marito forse (ma forse) non più innamorato di una Claudia Gerini, che nei panni di una signora borghese rivela insospettate doti di sex appeal da mezza età, e che, come in ogni buona commedia degli equivoci, costituisce l'oggetto del desiderio di Francesco.

Come si può notare da questi pochi cenni il campo è alquanto minato, il rischio di passare dal divertente al ridicolo piuttosto alto, eppure bisogna dare atto al regista di averlo evitato, tranne forse che in qualche passaggio.
Merito di una sceneggiatura briosa (cui ha posto mano anche Leonardo Pieraccioni) e merito, come detto sopra del gruppo di interpreti che vediamo all'opera. Se abbiamo già rimarcato la bravura di Giallini, va posto l'accento anche su quella di Anna Foglietta, bravissima a dare credibilità a una lesbica desiderosa di trovare un amore maschile.
Una vicenda talmente improbabile che rischiava di far assumere un tono fasullo a tutto il film e, conseguentemente, di minarne la riuscita. Siamo in definitiva di fronte a una commedia più che dignitosa, in grado di offrire del divertimento senza prendere per i fondelli lo spettatore. Il che non è poco.
Tre stelle assolutamente meritate.

Sulla trama

Marta (Vittoria Puccini): "L'amore non è quello che i poeti del cazzo vogliono farvi credere. L'amore ha i denti, i denti mordono e i morsi non guariscono mai"
(Nota: citazione tratta da Stagioni diverse di Stephen King)

Francesco (Marco Giallini) a Marta: "mi hai portato in casa perfino un giocoliere....un giocoliere! Ma dico, un geometra no?"

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