Regia di Frank Capra vedi scheda film
Uno degli apici della commedia in assoluto.
Un ragazzo appena prima di partire per il viaggio di nozze passa a trovare le due amate zie che con l’età si sono trasformate negli anni in due assassine seriali, intanto coincidenza vuole che si ripresenti anche il fratello scomparso da anni, ha bisogno d’aiuto lui invece per nascondere il cadavere tenuto nascosto nel baule della macchina.
Frank Capra era famoso per le sue commedie fatte apposta perché se le potessero godere le classiche famigliole appagate dal lieto fine sorridente al bravo ragazzo che con la sua bontà d’animo guarda caso ogni volta otteneva tutto, per questo nel millenovecentoquarantuno quando uscì questo pugno nel’occhio inaspettato nel pieno di un periodo storico delicato come la seconda guerra mondiale si decise di rimandarne l’uscita, tre anni dovettero passare. Un’ora e mezza di dimostrazione che dietro il fabbricatore seppur talentuoso di una certa retorica si nascondeva un certo gusto nella messa in scena e per un certo tipo di storia che, non è importante in quanto tale malgrado il classico oggettivo fascino del noir rispetto alla classica commedia americana, dimostra l’altra faccia di un artista che si rivela veramente completo e pieno d’inventiva anche alla faccia del suo stesso pubblico.
Quando con gli amici ci si trova per guardare un film mai si propongono le commedie ormai perché non c’è più incisività, dalle parolacce alla merda si vede di tutto, peccato che l’ammasso di roba sia sterilmente fallace. Una volta era esattamente il contrario, per fare un esempio si parla continuamente di morti ma non se ne vede uno e l’unica parolaccia è un “deficiente” appena accennato, eppure è coinvolgente e realmente crudele nell’idea tanto che a tratti il cuore sale alla gola con situazioni che da inquietanti si trasformano in follia pura da far scompisciare. La storia poi c’è ed è solida perché il protagonista cade realmente in nevrosi, le due pazze ammazzano veramente la gente, il fratello malvagio è realmente spaventoso; la storia però verte sul fraintendimento, sulla farsa, sulla costruzione dei tempi comici: non è ciò che succede a definire l’umorismo o la storia ma il puro talento registico, una libertà d’espressione che forse ora si ha più paura di concedersi.
Un film in pratica dove il regista sembra volersi scusare per il troppo buonismo e dove, dopo una coppietta melensa che si rincorre nel prato, appare un assassino all’improvviso dietro la finestra; dove durante una sacrosanta partita a baseball ci si prende rozzamente a pugni e dove dopo una sofferta accettazione del matrimonio che sigilla la coppia il protagonista rinnega gioiosamente la propria famiglia.
Non voglio fare lo stronzo adesso ma nello splendido cast l’unico motivo per cui non ho avuto il desiderio di alzarmi ed andare a prendere a schiaffi Cary Grant personalmente nella sua tomba è che comunque le sue facce da culo loro malgrado facevano ridere, anche se onestamente il suo essere perennemente sopra le righe a quel modo mi ha irritato assai.
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