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Gatchaman

Regia di Tôya Satô vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Gatchaman

di Marco Poggi
4 stelle

Ken l'aquila, Joe il condor, Jun il cigno, Jimpey la rondine e Ryu il Gufo, i cinque componenti della squadra ninja denominata Gatchaman , tornano ad affrontare i nemici di sempre, gli alieni Galactor, per difendere la Terra, come nelle mitiche serie anime tv anni'70 della Tatsunoko...ma la versione live action ha più difetti che pregi.

La storia che vede i cinque componenenti della G-force, creata dal baffuto dottor Nambu dell'I.S.O. (Ken l'aquila, Joe, il condor, Jun il cigno, Jimpei la rondine e Ryu il Gufo) contro i misteriosi invasori spaziali Galactor (o Spectra), che vogliono conquistare il mondo con astronavi, virus e robot, subisce qui diversi cambiamenti, rispetto al mitico anime tv del 1972-74, (trasmesso anche da noi, nei primi anni'80, ma nella versione americana rimaneggiata del 1978, nella neo-nata emittente Canale 5 con il titolo di "GATCHAMAN - LA BATTAGLIA DEI PIANETI"   - epica la sigla musicale di Augusto Martelli, che presentava, a mò di parata, i cinque pennuti eroi della Tatsunoko -) ,ispirandosi anche alle trame di Star Wars (vedi i duelli all'arma bianca che sembrano un mix fra i wuxian cinesi e le spade laser lucassiane)  e Avengers (le scene d'azioni iniziali, dove una misteriosa ruota chiodata gigante minaccia la città, paiono davvero ispirarsi al film di Joss Whedon del 2012). Gli effetti speciali, ahimé, non sono certo hollywoodiani (c'è un certo impegno quando si vedono i Gachaman balzare da un palazzo all'altro come i ninja uccelli che vorrebbero essere, ma...non troppo), i mostri e le corazze richiamano quelli dei Power Rangers (anche se c'è più serietà), mentre la comandante dei Galactor, Berg Katse (nella versione americana e italiana tv si chiamava Zoltar ed era un mutante nato dalla fusione di due gemelli, un maschio e una femmina che condividevano lo stesso corpo), sembra un incrocio fra miss Dronio degli "YATTAMAN" (vedi il costume nero  con maschera che le copre il viso), la Jean Grey degli X-men cinematografici dei primi anni zero (specie quella di "CONFLITTO FINALE") e...Darth Vader (visto che è in cerca di eredi, come Anakin, per infettarli e trasformarli in altri Zoltar). Già, perché nel film, per diventare un Galactor non bisogna pe forza essere alieni, basta essere anche umani ed infettarsi con uno di loro per trasformarsi in un mostro agli ordini di un'entità invisibile (ai tempi, era l'etereo Generalissimo X, qui, invece, il capo dei capi dei Galactor non c'è, perché ci sono gli Zoltar che si alternano, sia in versione maschio che femmina, nel ruolo di capo supremo), mentre per trasformarsi in Gatchaman bisogna essere compatibili al potere di una pietra magica, che s'intravede nella prima scena. Come per Wolverine, Ciclope e Jean Grey degli X-men, anche qui viene presentato un triangolo amoroso che diventa il fulcro del film, dove i due uomini sono Ken l'aquila (il capo buono per antonomasia)  e Joe il condor (la testa calda del gruppo), rivali da sempre, che si contendono la stessa donna, che, per forza di cose, non è Jun il cigno, ma proprio la futura Zoltar, che quand'era umana era buona. Jun, infatti, è troppo occupata a fare da balia al fratellino super-intelligente Jimpei  (che, in forma umana, ha persino gli occhiali degni di un bambino che naviga parecchio con un notebook), per flirtare con i due copagni più sexy (brutto vedere che Ju il cigno ha cambiato il suo tradizionele costume bianco e rosa con uno nero - che $volesse citare la Nathalie Portman de "IL CIGNO NERO"? -) mentre il Gufo è sì forte, ma non così grosso e forzuto come negli anime. Ci sarebbe anche la God Phoenix, la mitica astronave dei Gatchaman, che si trasforma anche in uccello di fuoco, come da copione, ma è usata pochissimo, come se avessero provato a risparmiare sui costi, perché già le pesanti tute erano costose (pessimi, se non orrendi, gli interni perché i cinque se ne stanno stretti-stretti, seduti davanti a a una coreografia di colore bianco che mostra poco il quadro comandi). In poche parole, si apprezza il tentativo e le citazioni, ma il risutato è pessimo, nonostate la scena finale dopo i titoli di coda che pare aprire ad un (impossibile?) sequel. Condesare in un solo film le imprese dei Gatchaman , per me, non è come spaziare nella serie anime tv  originale di 105 episodi (che ebbe anche due sequel di 52 e 48 puntate, fra il 1978 e il 1979, anch'essi arrivati da noi), inoltre buttarla anche nel solito stile Power Ranger non appaga la voglia di G-force. Si rimpiange, insomma, il mai realizzato film animato americano dei creatori di TMNT, che doveva arrivare nel 2010 in sala o giù di lì, di cui rimangono su you tube alcuni brevi teaser che fanno davvero venire l'acquilina in bocca. .  

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