Regia di Argyris Papadimitropoulos, Jan Vogel vedi scheda film
Le vite di un sedicenne ribelle sullo skate e di un poliziotto padre di famiglia insoddisfatto della sua vita si incrociano nell’estate ateniese.
Seconda regia in lungometraggio per Argyris Papadimitropoulos, a tre anni di distanza dalla commedia Bank bang (2008), Wasted youth è un film di tutt’altra risma, oltre che una co-regia insieme a Jan Vogel, direttore della fotografia dalla discreta esperienza e qui all’esordio dietro la macchina da presa. Complice forse una certa svolta del cinema greco (la cosiddetta ‘greek weird wave’), che ha trovato il suo apice in pellicole come Dogtooth (Lanthimos, 2009) e Attenberg (Tsangari, 2010), Papadimitropoulos decide qui di giocarsi la carta del racconto verista, crudo e permeato da una soffusa atmosfera thriller, sostanzialmente inespressa fino all’esplosione finale. I cento minuti di Wasted youth non sono però facilmente digeribili: la sceneggiatura firmata dai due registi è infatti colma di spazi vuoti come l’accaldata Atena estiva, rallentamenti nella narrazione (paiono infinite le sequenze di skate nella prima parte della storia, per es.) e scene concretamente prive di utilità nell’economia della trama, in cerca presumibilmente di un crescendo di inquietudine sottotraccia da far per l’appunto deflagrare nella conclusione del film. L’effetto non viene raggiunto in maniera efficace, ma l’opera risulta comunque gradevole nella regia, nell’interpretazione e, perché no?, nella scelta ‘nostalgica’ di girare su pellicola un po’ sgranata, dai colori forti. Inevitabile infine l’accostamento con Larry Clark per la presenza di adolescenti e skateboard: ma sarebbe pretestuoso sostenere qualsiasi altra affinità con il cinema di Clark, qui. 4,5/10.
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