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Oculus

Regia di Mike Flanagan vedi scheda film

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Yayas82

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La recensione su Oculus

di Yayas82
8 stelle

Mike Flanagan ha davvero i numeri e questa Ghost Story potentissima a cavallo tra passato e presente lo dimostra in pieno. Il film sa sempre quando rendere eterei e quando solidissimi i suoi fantasmi e ogni minuto che avanza realtà, illusione e ricordo convergono, si intrecciano e confondono trascinandoci a fondo in un incubo dai confini incerti.

 

Cosa fa di un regista un regista degno di nota?

La gestione della scena? Il taglio delle inquadrature? La capacità di tirare fuori il meglio dai propri attori? La sperimentazione visiva? Sicuramente tutte queste cose.

Personalmente, però, c'è un altro aspetto che mi ha sempre conquistato in un film e che non può in nessun modo prescindere da un'ottima regia: la padronanza della  narrazione.

Ci vuole un buon regista per dar vita a sceneggiatura dalla narrazione non lineare, renderla chiara, coinvolgente e convincente.

 

Frugando nella storia del Cinema posso contare sulle dita delle mani i registi capaci di giocare a tal punto con la linea narrativa da farla diventare la materia principale del film, materia sperimentale e viva, capace di ottenere più importantanza cinematografica della storia stessa. Penso si possa tranquillamente affermare che la sperimentazione narrativa è terminata con la fine degli anni 70 e tutto oggi è ormai codificato in precisi ritmi da seguire eppure qualche coraggioso ancora ci prova, Nolan fra tutti.

È stata una bella sorpresa scoprire che Mike  Flanagan, regista di cui ho già apprezzato alcuni lavori ma di cui non avevo mentalmente appuntato il nome, è fra questi pochi eletti.

 

In altri film avevo notato la capacità del regista di rendere solidi e tangibili i suoi incubi pur lavorando sul soprannaturale in epoca digitale e per di più lavorando con quattro spicci. Una cosa sicuramente ammirevole, che rendeva i suoi lavori piacevoli e non banali; così quando ho cominciato a vedere Oculus e ne ho riconosciuto la mano (già questo è indice di buona regia) mi sono messa comoda.E sono entusiasta di dire che il film che ho visto era qualcosa a cui non ero preparata.

 

Intendiamoci Oculus poteva essere meglio, poteva essere un capolavoro tolti di mezzo alcuni "sassolini" dal meccanismo.

 

Ma è comunque un horror di classe, ferocemente di intrattenimento e con qualche difettuccio di trama che viene completamente offuscato da una narrazione quasi perfetta.

 

Altri pregi:

Oltre ad uno stile di narrazione entusiasmante e una buona regia, un pregio da non sottovalutare è la presenza di Katee Sackhoff nel ruolo della madre.

 

Katee Sackhoff, oltre ad essere davvero bella, è un'attrice da far tremare le  ginocchia.

 

Davvero non capisco perché non abbia una carriera ben più importante; insomma non riesco a staccare lo sguardo dallo schermo quando recita, mi sono soffermata a guardare perfino diversi episodi di quella noia aberrante di Longmire per causa sua.

 

E, difatti, è in assoluto la sua performance la migliore del film.

 

C'è qualcosa di incredibilmente ferino nella sua interpretazione, del tutto corporale, della madre nei suoi momenti più buii e non credo di esagerare quando dico che è soprattutto la scena della sua folle trasformazione, tutta affidata alla recitazione e un po' di makeup, senza interventi invasivi di effetti speciali digitali, a dare corpo al film.

 

Spero davvero di rivedere l'accoppiata Flanagan / Sackhoff su schermo almeno un'altra volta.

 

Difetti:

Come ho detto ci sono un paio di sassolini che inceppano il meccanismo e impediscono al film l'ingresso nell'olimpo degli imprescindibili.

 

Il primo sassolino di cui vorrei parlare è il meno importante dei due: il finale.

Intendiamoci si tratta di un buon finale che quadra il cerchio della storia.

Niente di deludente anzi, forse è proprio nella chiusura che il film trova la sua dimensione.

 

Eppure... eppure non è memorabile.

 

La verità è che il clou della storia è passata da un pezzo a quel punto, il film prosegue per inerzia andando dove ormai sa di dover andare. Non so se si potesse fare di meglio ma un po' ci ho sperato.

 

Comunque se devo trovare un vero difetto al film è sicuramente il secondo sassolino: il piano di Kaiyle per sconfiggere il male e la sua gigantesca, evidente falla.

Difficilmente non la noterete poco dopo aver iniziato la visione ed è un'ingenuità che rende la trama risibile se narrata in modo lineare.

 

Per fortuna il piano di Kaiyle è solo un mezzo per traghettarci in un racconto dove la narrazione è tutto ed è tutto fuorché lineare; anzi forse è impossibile davvero rimontarla per avere una storia lineare perché le sue spirali e le sue convergenze sono parte integrante degli eventi.

 

In conclusione:

Decisamente da vedere! 

 

Un'ultima nota:

O meglio, una curiosità finale. Mike Flanagan è un regista davvero autoriale ed oltre a dirigere il film e firmare la sceneggiatura, si occupa personalmente anche del montaggio - del resto la sua carriera nel Cinema è iniziata proprio come montatore. Ottima cosa dato che un montaggio preciso e ispirato è indispensabile per la riuscita di una narrazione così particolare.

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