Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Lo specchio malefico si era portato via i loro genitori, ma fratello e sorella si erano salvati. E' evidente che sarebbe meglio non rivangare quel passato fortunatamente chiuso e lasciar peredere lo specchio maledetto.
Nelle afose serate estive persino Italia 1 tira fuori qualche horror non male. Il che è degno di nota, pensando alla proliferazione di film supponenti e velleitari, che non fanno paura, ma solo schifo.
Questo “Oculus”, però, è un horror coinvolgente e pauroso, con effetti speciali e sangue solo quanto basta, e senza compiacimenti sadici. Il regista sa creare il terrore con gli accorgimenti delle inquadrature, delle luci e dei movimenti di macchina, anche quando di per sé non si vede o succede nulla. Ma il senso di minaccia si sente e come. La stesso specchio è ben pensato nella sua ovvietà o quasi; con quella cornice nera e barocca è un oggetto inquietante, che pochi di noi vorrebbero avere in casa propria.
Oltre al potere che lo specchio ha di provocare allucinazioni dagli effetti nefasti si può intravvedere una costernazione nei confronti di certe azioni che, in misura diversa, può essere capitato a tutti di compiere: cioè quando facciamo del tutto involontariamente del male a qualcuno, essendo stati mossi, però, da tutt'altri scopi.
L'intera vicenda, inoltre, lascia filtrare un vissuto familiare molto negativo e forse autobiografico, tra una madre pazza e un padre violento. Quest'ultimo, inoltre, ha un'aria poco rassicurante sin dall'inizio, anche quando cerca di consolare o di essere affettuoso. La sua ambiguità vira poi in senso tutto negativo.
Forse si può accostare a “Il signore del male” di John Carpenter; non lo eguaglia, ma è comunque un film da vedere.
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