Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Alan Russell uccide la moglie. Come? Non si sa, ma in casa c’è uno specchio, che anni dopo viene ritrovato dalla figlia Kaylie e riportato sul luogo del delitto assieme al fratello Tim, appena uscito dalla clinica psichiatrica. La superficie riflettente è così riconvocata: di nuovo in quello studio, di nuovo tutti insieme, spettri, ricordi e sopravvissuti a rivivere incubi mai rimossi. Kaylie ha escogitato un sistema di riprese multiple a camera fissa, così da registrare ogni variazione che l’occhio umano, nella “diretta”, non potrebbe annotare. Estendendo il suo corto del 2006 Oculus: Chapter 3 - The Man with the Plan, Flanagan misura l’horror e i suoi trucchi, in un’epoca in cui il genere appare saturo e prevedibile, dotato di un immaginario bisognoso di mettersi alla prova. Così prende vita una partitura a incastro inesorabile, nella quale presente e passato si avvicinano progressivamente, fino a fondersi diegeticamente con l’ingresso nelle scene remote dei personaggi attuali, in un meccanismo schizoide che ricorda lo Spider di Cronenberg. Realtà e onirico aboliscono i propri confini, consegnando allo spettatore un labirinto che si snoda tanto nello script quanto in una regia che confonde i piani, sposta le variabili e gioca continuamente al rialzo al tavolo del perturbante. Lo specchio compie il suo dovere, ricacciando al mittente la stanca volontà di “filmare tutto”. Un piccolo testo teorico: l’horror è sopravissuto alla Paranormal mania, riattestando la validità dei suoi assunti e delle sue zone d’ombra.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta